Bisogna essere giovani e belli… Spensierati e abbastanza cinici, ingurgitare allegria nervosa bevendo birra ghiacciata e, fra una festa e l’ altra, andare e venire come falene, mentre una grande orchestra, suona gialla musica da cocktail… Ma soprattutto bisogna avere molti soldi, perchè l’Età del Jazz è un circolo esclusivo riservato agli eletti edove successo e ricchezza sono gli unici metri di giudizio. l’America vittoriosa in guerra e ricca delle sue fabbriche impone un nuovo stile di vita…dove non c’è posto per i poveri, per i deboli, per i falliti… Chi non ha quattrini non ha credito, e chi non ha credito non ha quattrini. Questo è il circolo vizioso e peggio per chi ci resta impantanato… A lui era già successo e non voleva che capitasse ancora.. Almeno due momenti della sua vita… Uno peggio dell’altro. La prima volta a Princeton, un’ Università esclusiva troppo in alto per lui… Anche se suo padre era un gran signore del Sud …”Ho tentato, in un certo modo, di vivere all’altezza di quei criteri di noblesse oblige del passato… non ne rimangono che gli ultimi resti, sai, come le rose di un vecchio giardino che ci muoiono intorno… echi di strana raffinatezza e cavalleria ” Ma proprio questo aristocratico gentiluomo era sempre stato un inconcludente lavoratore che spesso non era riuscito a mantenere la sua famiglia. Se Francis era arrivato a Princeton lo doveva ai soldi del nonno materno, un ricco commerciante di carni all’ingrosso, parte di quella nuova America volgare e piena di vita, che suo padre disprezzava e che Francis nonostante tutto guardava con rispetto… I primi tempi a Princeton furono per lui i più spensierati della sua vita, trascorsi tra feste, musical e incontri sportivi… Lui era un gran ballerino, aveva la sua piccola rinomanza universitaria di scrittore di commedie musicali e affascinava le ragazze con quell’aria elegante e il parlare fluido… Quando incontra Ginevra King, la figlia di un ricco finanziere di Chicago non sospetta il baratro che li separa… Incontri d’amore, lettere di passione… Lei è la prima delle sue Flapper, le splendide costose diciottenni, disinvolte e sicure di sé, egoiste e sbadate, come Isabel Al di qua del Paradiso o Daisy Buchanan, il disperato amore di Gatsby… Testimoni universali di quel favoloso decennio prima della grande crisi… Pare che il padre di lei avesse già detto a Francis “I ragazzi poveri non dovrebbero nemmeno pensare di sposare le ragazze ricche…”, ma appena lui lo chiese direttamente a Ginevra, lei gli fece educatamente sapere che stava per sposare il ricchissimo figlio del socio di suo padre… 20 anni dopo era ancora scottato da quel rifiuto classista… La incontrò a un party e quando lei con la stessa leggerezza di allora, gli chiese quale personaggio in ” Di qua del Paradisoi” lei gli avesse ispirato…. Lui col sorriso sulle labbra rispose “Which bitch do you think you are?”
Quella storia gli rovino’ l’Università … Come un romantico eroe d’altri tempi si arruolò per andare in guerra… ma non ci arrivò mai… “Il romantico egoista” , la sua storia di Princeton seguitò a scriverla, rivederla, correggere fra una base militare e l’altra … In una di queste basi, in Alabama, incontrò Zelda Sayre, la bellissima, emancipata figlia di un giudice.
Arriva a New York a guerra finita, sicuro di sé, con il manoscritto sotto il braccio. Glielo bocceranno senza pietà… E Zelda scompare… Non ha la minima intenzione di sposare “un ragazzo povero”… Sembra che non ci siano più reti di protezione per Francis Scott Fitzgerald che precipita nel suo circolo vizioso senza credito e senza soldi…Forse fu allora che cominciò a bere o forse anche prima… Torna dai genitori e rivede per la quinta o la sesta volta il suo romanzo… E meno di un anno dopo arriva il successo con “Di qua dal Paradiso”… E’ un mare di dollari. L’America ricca, mondana, senza scrupoli ne è affascinata e non capisce nemmeno la sottile condanna di quel mondo, che traspare proprio dal suo più grande interprete…
Anche Zelda ritorna e il loro matrimonio nella chiesa cattolica più esclusiva di New York, la Cattedrale di San Patrizio, è una spettacolare cerimonia … E’ già iniziata “la grande leggenda della bellissima coppia, eroina, simbolo e interprete di tutte le prodezze sofisticate dell’età del jazz”. . Il Biltmore Hotel li caccia per ubriachezza già durante il viaggio di nozze… Ma il loro comportamento anticonformista entusiasma i giovani.
Lui ormai è lanciato e nel 1922 esce l’Eta del Jazz” i racconti dal titolo simbolo, con le storie e i personaggi “icone dell’epoca”, e poi “Belli e dannati” con il percorso maledetto, quasi nero di Anthony e Gloria che, nella rincorsa all’eredità e al lusso, perderanno i loro sogni… Un’apologo moralista… Ma fanno più effetto gli eccessi alcolici di Anthony e il susseguirsi dei parties senza fine…
“Il Grande Gatsby” è la consacrazione di Fitzgerald, ma anche il crollo morale del mito americano… però nessuno al momento se ne accorge, distratto dalla storia d’amore e dalla vita avventuriera di Gatsby…. Del resto gli anni ’30 sono ancora lontani. Gatsby all’apparenza, ma solo all’apparenza, è la realizzazione del mito, la sua villa di uno sfarzo senza limiti è l’ammirazione e l’invidia di tutta la città … Luogo di leggendarie feste a cui lui non partecipa, chiuso nella solitudine di un sogno che lo distruggerà… Lui con tutto il suo passato di contrabbandiere borderline, ex ragazzo povero, è il più ingenuo e sprovveduto di tutti i personaggi… Daisy e suo marito sono i cinici e distratti ricchi di classe, che, nel loro egoismo, condannato a morte Gatsby ” Erano gente indifferente, Tom e Daisy – sfracellavano cose e persone e poi si ritiravano nel loro denaro o nella loro ampia indifferenza o in ciò che comunque li teneva uniti, e lasciavano che altri mettessero a posto il pasticcio che avevano fatto”
Dopo il successo di Gatsby, la “bellissima coppia” non poteva farsi mancare la Francia e Parigi, la città dove scriveva, dipingeva e si consumava, nella versione europea dell'”Eta del Jazz”, la “Lost Generation”. Sono anni da brivido, nel salotto di Gertrude Stein… con Hemingway, Dos Passos, Picasso … La Costa Azzurra, la Provenza, ma passati i primi tempi e l’entusiasmo del nuovo, diventano anche anni durissimi… Litigi, incomprensioni, conflitti… Sarà ancora bellissima, ma di sicuro la coppia nel tempo diventerà male assortita e lei andrà a cercare rifugio nella danza e e nel suo unico romanzo “Lasciami l’ultimo valzer”… Di sicuro stava cercando una sua strada… ma non ci arriverà mai.
Lui col tempo diventa più angosciato … Devono stare all’altezza del mito e della vita da favola in cui si sono imprigionati…E la ricchezza di Fitzgerald è sempre di più una ricchezza faticosa…se mai era stata spensierata. Per la ricchezza, spesso si butta via, racconti frettolosi che consentono però a Zelda la vita che gli piace fare… “
Ma quando nel 1934 esce “Tenera è la notte” la tragedia è già arrivata al suo culmine… Le stravaganze di Zelda, le sue spigolosità, le sue stranezze hanno ormai un nome preciso… si chiamano schizofrenia e lei ha cominciato ad andare e venire dalle cliniche… Lui invece affonda nell’alcol ed è sempre più spaventato dalle responsabilità…L’Età del Jazz sembra non sia mai esistita… La sua vita ora é solo fatta di bollette da pagare per le cliniche della moglie e la scuola della figlia… E se la protagonista del Grande Gatsby era forse ancora Ginevra, Nicole la protagonista di questa Notte è sicuramenye Zelda… Lui forse le voleva ancora bene perché nel finale del libro Zelda – Nicole avrà la sua salvezza e il suo riscatto, mentre Dick – Francis, il marito, finirà a fare il medico anonimo delle squallide province americane.
Ma Francis non ebbe nemmeno quello… Mentre sembrava aver ritrovato un po’ di serenità con Sheilah Graham, un attacco di cuore lo stroncò … Zelda morì qualche anno dopo in un incendio della sua clinica… Il Jazz, si sa, non è quasi mai una musica allegra.
Meglio ricordarli all’apice del loro successo… Nella Costa Azzurra dove all’inizio credevano che l’Età del Jazz ” non sarebbe mai finita… Dall’antico mare di Provenza abbiamo scelto un piatto che forse loro avevano apprezzato tante volte.
POLPO ALLA PROVENZALE
INGREDIENTI per 4 persone: 1,300 Kg di polpo verace, 500 grammi di patate,2 foglie di alloro, 2 gambi di sedano ( la parte interna bianca), 2 carote medie, 1 ciuffo di prezzemolo, 1 cipolla rossa di Tropea, 3 cucchiai di olive nere, 3 cucchiai di aceto di vino bianco, olio extra vergine di oliva a piacere, sale e pepe
Pulite il polpo fresco estraendo dalla testa il liquame, gli occhi e la ventosa, lavatelo e poi sbattetelo a lungo su una superficie rigida per intenerirlo. Qualcuno, per intenerirlo, lo mette qualche ora nel freezer ma la questione è controversa.
In una casseruola portate ad ebollizione l’acqua con l’alloro, 1 gambo di sedano e 1 carota a pezzetti,entrambi lavati, l’aceto e il sale. Tuffatevi il polpo e cuocetelo a fuoco moderato per 45 minuti circa. Scolatelo, fatelo intiepidire e passatelo sotto il getto dell’acqua fredda per spellarlo più facilmente. Sgocciolatelo e tagliatelo a pezzi.
Pelate e lavate le patate, tagliatele a tocchetti, affettate la cipolla e fatela appassire in una casseruola con 4 cucchiai d’olio poi unite le patate e cuocete a fuoco vivo per 5 minuti rigirando spesso.
Aggiungete il polpo, salate, pepate, coprite e continuate la cottura a fuoco moderato per 10 minuti circa mescolando di tanto in tanto. Al termine, cospargete il polipo con il prezzemolo tritato, l’altra carota tagliata a julienne, l’altro sedano tagliato a a tocchetti, le olive snocciolate, mescolate e portate in tavola.
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È lo stesso come polpo in umido?
No, il polpo in umido si prepara utilizzando il pomodoro ed alla fine si ha un sugo
Ah, grazie 🙂 Mi ricordo solo adesso che il piatto che avevo assaggiato a Portofino era Seppie in Umido. Era anche con patate.
Sì, ci sono vari ingredienti, anche il polpo può essere in umido, appetitotoso in entrambi i modi!