Ma che noiosi che siamo! Andy Warhol era stato carino e spiritoso quando aveva detto “Nel futuro tutti avranno 15 minuti di celebrità”, quelli altrimenti detti anche “il quarto d’ora”… Aveva osservato i nuovi mezzi di comunicazione , la loro capacità di espansori e moltiplicatori e ci aveva dato un mucchio di speranze e messaggi felici… Come dire: “Dai, anche tu che non sei nessuno”… ” Un’immagine curiosa, appena un po’ particolare, la posti e può fare il giro del mondo…”Una parola detta al momento giusto, una battuta spiritosa e gli altri ti copieranno” Era un modo come un altro per valutare o rivalutare un individuo qualunque , in fondo un nuovo umanesimo, se solo pensiamo ai milioni di nostri simili che sono scivolati via sconosciuti visto che la storia per secoli l’hanno fatta solo i re e i generali… E noi invece di esclamare che bello, ci siamo pure noi, invece ci mettiamo ad arzigogolare, mordicchiandoci le unghie nello sforzo di pensare… Ma sarà giusto e corretto? Ma saranno proprio 15 minuti o magari 16 o addirittura 17? Ma sono etici questi social network? E poi che immagine di noi trasmetteremo? Quella vera o un’ altra deformata? Nel 2011 l’hanno persino data come traccia per il tema d’esame di maturità… ” Nel futuro ognuno di noi sarà famoso al mondo per 15 minuti. Il candidato, prendendo spunto da questa previsione di Andy Warhol, analizzi il valore assegnato alla fama (effimera o meno) nella società moderna e rifletta sul concetto di fama proposta dall’industria televisiva (Reality e Talent Show) o diffuso dai social media (Twitter,Youtube,Facebook).” Si percepiva già una così forte condanna nell’impostazione del la traccia che al candidato saggio, in cerca del diploma, non restava altro che convenire che quello dei Social, era tutto un mondo fuggevole e futile e che lui invece avrebbe seguitato a studiare seriamente e a credere nei valori, quelli veri, etc etc… Per poi magari finire disoccupato … Cosa però che non si poteva scrivere… Ma un po’ di leggerezza, di accettazione, di novità, perché ce la neghiamo sempre?
C’è da pensare che allora fece bene Andy Warhol a rifiutare in blocco ogni esperienza artistica creata in Europa… Con tutte le sue stratificazioni, le sue riflessioni o anche perchè no, le sue rivolte… E dire che l’arte europea dei primi del ‘900 era stata un’ assoluta novità… Ma se l’avesse presa in considerazione, mai e poi mai avrebbe osato… Se ci avesse pensato troppo sopra, non avrebbe avuto il coraggio di muoversi unicamente nell’universo delle immagini prodotte dall’industria e dalla cultura di massa americana. Il solo mondo dell’arte che lui conosce e riconosce è in fondo proprio quello che per gli europei, almeno allora, erano anatemi … I fumetti, il cinema, la pubblicit, e ci si avvicina senza selezione alcuna o scelta estetica… Le cose gli interessano solo perché hanno varcato la soglia di percezione , sono state registrate nella memoria e diventate patrimonio di tutti … Solo questo ha diritto ad essere rappresentato.. dalla Coca Cola , naturalmente la sua bottiglietta, ai detersivi nelle scatole colorate , fino alll’immagine di Marilyn Monroe, icona indiscussa non solo di tutti i camionisti americani ma anche del Presidente Kennedy… Sono tutti espressione di democrazia sociale per Andy Warhol, perchè una Coca Cola è sempre la stessa, per il ricco come per il povero… Basta averla interiorizzata…
E per dire che l’oggetto dell’arte era di tutti, la ripetizione fu il suo metodo di successo, riproducendo più volte la stesso oggetto o lo stesso personaggio su grandi tele , in cui alterava i colori vivaci e forti. Tutta la “way of live” americana divenne il suo mondo dell’ arte, dall’ immagine pubblicitaria di quando disegnava le copertine per i primi vinile fino ai temi più sgradevoli degli incidenti stradali e la sedia elettrica, immagini svuotate però – e questo fu il suo particolare approccio all’arte – di ogni significato originario usando la loro fredda, impassibile, implacabile ripetizione. Così sdrammatizzava le immagini e toglieva allo spettatore le armi della critica sociale… E in tutte c’era il manifesto nemmeno troppo velato, degli obiettivi della Pop Art, secondo cui l’arte doveva essere “consumata, ” come un qualsiasi altro prodotto commerciale. Naturalmente la critica europea non poteva capire l’accettazione acritica della realtà, cardine primo del mondo di Andy Warhol e cominciò a coprire di senso delle cose, tutto europeo, quello che l’artista non aveva voluto esprimere…E dissero che quella di Warhol era una presa di coscienza del kitsch, della mediocrità, della perdita culturale che aveva invaso l’America e da essa si irradiava per l’occidente… Non c’è niente da fare… La vecchia Europa non ce la fece a capire – se non molto dopo – il troppo giovane Warhol, a cui era bastata la prima generazione da immigrato per dimenticarsi il vecchio mondo…
Fra i quadri più famosi di Andy warhol vi sono quelli delle zuppe, i “Campbell’s Soup Cans” . Nel più puro stile del multiplo, si tratta delle riproduzioni di più o meno numerosi barattoli delle varie specialità della Campbell e, se non fossimo al MoMa di New York, si potrebbe quasi credere di avere davanti i colorati scaffali del supermercato… E’ nel ricordo di Warhol, dunque, che presentiamo questa zuppa cremosa sperando che la ricetta riesca a unire vecchio e nuovo continenete.
Si tratta di una zuppa fresca, ridotta in crema, con limitate calorie e un gradevolissimo e delicato sapore.
INGREDIENTI per 4 persone : 3 cespi di sedano bianco, 1 scalogno, 200 g di patate, 40 g di burro,1,3 l di brodo vegetale 2 tuorli di uova, 1 dl di panna fresca, pecorino grattugiato 2 cucchiai, sale e pepe quanto basta, qualche foglia di prezzemolo, pane a dadini 100 grammi, eventuale.
PREPARAZIONE: sbucciate e tritate finemente lo scalogno. Sbucciate le patate dopo averle lavate bene sotto l’acqua corrente, poi tagliatele a dadini. Pulite il sedano dividendone le coste, lavatelo, asciugatelo e tagliatelo a piccoli pezzi, eliminando i filamenti duri. Fate sciogliere il burro in una casseruola, unite lo scalogno e fatelo appassire, quindi versate i dadini di patate, il sedano, lasciando a parte qualche pezzetto poi salate, mescolate e fate insaporire per 5 minuti.
In una ciotolina sbattete i tuorli con la panna e 2 cucchiai di pecorino grattugiato; salate, pepate e incorporate la crema di uova nella zuppa; mescolate bene per 1 minuto prima di spegnere la fiamma. Distribuite la crema nelle fondine individuali, decorate a piacere con qualche fogliolina di prezzemolo e servite. A piacere si può aggiungere qualche dadino di pane scaldato in forno.
L’ha ribloggato su tuttacronacae ha commentato:
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