I Rotolini di Granchio per il re del Manga!

A vederlo per la prima volta, questo signore, già un po’ avanti con gli anni, ma dall’aria affabile e dal sorriso dolcissimo, non lo diresti capace  di tutte quelle cose terribili… Eppure è stato lui a portare  certi perfidi diavoli sulla terra  o a diventare padre di  creature così strane e ingombranti che  solo a vederle lasciano atterriti… Lui è nato nell’Estremo Oriente, ma in realtà è figlio di qualche  particolarissima terra di mezzo, dove tempo e spazio sono andati a confondersi e da dove possono quindi riemergere Dinosauri  intelligenti,  con la voglia di riprendersi la Terrat o  Mikenes  dalle  fattezze classiche ormai perdute,  divenuti  enormi mostri robotici con teste umane incastonate   nel ventre…

Gō Nagai   uno dei più importanti mangaka di sempre,   ha segnato la moderna storia dei manga  rendendo celebri in tutto il mondo  le sue  immagini  fra sogno eros e orrore, sempre in bilico fra Inferno e fantascienza..   Ha 23 anni, nel 1968  quando irrompe  nel  fumetto giapponese  sdoganando  l’erotismo,  nei manga destinati ai ragazzi …  A quel tempo Gō Nagai, nella sua terra di mezzo, leggeva Playboy e si era innamorato  dei corpi  favolosi delle modelle occidentali….   La Venere di Milo poi l’adorava sin dall’adolescenza…  Pieno di suggestioni  si inventa Harenchi Gakuen (Scuola senza pudore), fumetto eros – comico…  Dove comincia a violare il comune senso del pudore… Devo ammettere che mi piacciono proprio le immagini di ragazze nude e questo ha influenzato il mio modo di disegnare, dirà molti anni più tardi. Iniziammo con l’idea di fare un fumetto basato sul disordine scolastico. Mi piaceva la parola “harenchi” (scandalo), fino ad allora usata solo nei film per adulti… Scandalo e scuola sono come olio e acqua, perciò pensai che mescolarli assieme sarebbe stato divertente… …  Quando dopo 4 anni gli fanno chiudere la pubblicazione è ormai tutto inutile…i tempi sono cambiati e il  fumetto erotico è diventato una realtà senza fine..

Però lui, Go Nagai non si rende conto perché ce l’ avevano tanto con le sue belle ragazze svestite e per vendicarsi  si inventa fumetti pieni di Diavoli che  risalgono per distruggete l’umanità…  Nella biblioteca della sua terra di mezzo c’è  Dante Alighieri e  il suo”Inferno ” illustrato da Doré…Go Nagai è il re delle contaminazioni  e le cupe immagini di Dorè,  con il Principe delle tenebre dalle grandi ali di Vampiro, diventano la base  – immagine per le sue nuove storie , prima di Mao Dante e poi di Devilman… Storia di un giovane demone spedito sulla terra per sconvolgere il  corrotto genere umano, la sua artificiosa morale e far trionfare il Regno delle Tenebre.  E il disegno, prima caricaturale   gradualmente si evolve, divenendo sempre più cupo, “sporco”, espressionista e ricercato..

Chi di noi, bloccato nel traffico cittadino, con la ferma convinzione  di non riuscire mai  più ad arrivare a casa o al lavoro, non ha sognato  almeno una volta un paio d’ali per  sé stesso o la propria auto che li portassero via dalla pazza folla…   A Nagai  invece capitò di immaginare  cosa sarebbe accaduto se, alla sua vettura fossero  spuntate delle enormi gambe e delle enormi braccia, in modo da poter scavalcare gli altri mezzi … Questa fu l’origine fantastica di Mazinga Z, il robot gigante guidato – proprio come nel caso di un’auto – da un pilota umano collocato all’interno della sua testa… Fu un’idea esplosiva, non l’arido  atrumento tutto ferro e acciaio, ma l’uomo che recupera il suo umanesimo nel più  incredibile dei modi, all’interno di un mostro, il Mecha,  che tutti spaventa e tutti fa inchinare, che, però, senza l’intelligenza umana non è niente di più di un ferro vecchio. E  nacque  la saga di Mazinga ,  il primo, il capostipite, l’ispiratore di una pletora di  figli  e figliastri  di metallo ed energia che ha caratterizzato l’immaginario di una intera generazione, quella degli anni ’70 – ’80, cresciuta incollata alla televisione. Il suo fascino è passato indenne attraverso i decenni, incurante alle evoluzioni del genere, indifferente al successo cinematografico di altri. Mazinga e gli altri della Saga –  il gigante dai mille colori,  l’automa che deve contrastare i piani del Dottor Inferno e la consegna della Terra ai perfidi Mikenes –  è diventato in 40 anni un simbolo, e come tale indistruttibile.

Al Genio eclettico e visionario di Go Nagai , indistruttibile e colorato come  Mazinga, dedichiamo un piatto della cucina giapponese, ma un po’  mescolato con qualche ingrediente non proprio da Sol Levante,come il nasello o l’olio extra vergine… Di sicuro lui ne sarà entusiasta!

ROTOLINI DI GRANCHIO E SALVIA FRITTA

INGREDIENTI per 8 persone:

 – PER LE CREPES: 3 uova, 125 g di farina, 2 dl di latte, 0,5 dl di sake, burro una noce,  sale e pepe quanto basta, olio extra vergine di oliva

–  PER IL RIPIENO:  4 granchi  di media grandezza freschi per complessivi 2 Kg circa,  200 g di filetti di nasello, 2 cipollotti novelli sottili, fecola, sale e pepe q.b.

 – PER LE FOGLIE DI SALVIA FRITTE: 16 foglie di salvia, 1 tuorlo d’uovo,125 g di farina di grano tenero,olio extra vergine di oliva, sale

PREPARAZIONE:

Rompete le uova in una terrina aggiungete un  pizzico di sale e pepe e sbattetele con la forchetta. Unite la farina e,  cominciando a mescolare  con una frusta, il latte, poco alla volta insieme al sake. Sigillate  la terrina con un foglio di pellicola trasparente e lasciate  riposare   per 1 ora.  ponete sul fuoco un tegamino antiaderente del diametro di circa 15 centimetri, unto di burro e, quando è bollente versate un mestolino di pastella e appena si è rappresa buttatela. Serve per preparare la padella  a cuocere perfettamente le altre.  Versate un nuovo cucchiaio di pastella, poi  inclinate il tegame, spargendo uniformemente la pastella  sul fondo, quindi,dopo pochi istanti giratela rapidamente in modo che venga cotta  in entrambi i lati. Continuate fino a preparare otto crepes.

 Gettate i  granchi, ancora vivi in acqua bollente  per 8 – 10 minuti, poi metteteli a scolare ed estraete, quando sono freddi, tutta la polpa, sia dal ventre che dalle chele,  lessate per pochi i minuti i filetti di nasello, fateli freddare, togliete le eventuali spine, quindi passate granchio e nasello  al mixer per ottenere un composto morbido. Aggiungete alla  crema  di pesce un po’ di sale e spalmaltela sulle crepes in uno strato uniforme. Tagliate i  cipollotti puliti a metà, nel senso della lunghezza e mettete nel centro di ogni crepe un pezzo di cipollotto quindi avvolgete le crepes su loro stesse e sigillate i lati con un poco di fecola diluita con un goccio d’acqua.  Battete leggermente il tuorlo con 2,5 decilitri di acqua ghiacciata e un pizzico di sale. Aggiungete la farina, mescolate e appoggiate la ciotola in un’altra piu grande contenente del ghiaccio. Immergete le foglie di salvia nella pastella e friggetele nell’olio bollente, scolatele su carta assorbente.  Cambiate l’olio nel tegame e  friggete i rotolini di crepe, scolateli  su carta assorbente, affettateli e serviteli subito con le foglie di salvia fritte.

Borscht ovvero Profondo Rosso in onore di Dario Argento!

Pensare che sua madre era una donna bellissima e affascinante… Una famosa fotografa del mondo della moda e dello spettacolo. Lui no, fin da ragazzino aveva  gli occhi spiritati e il corpo allampanato, filiforme… e già allora avrebbe potuto interpretare un paranoico personaggio assassino, perché le phisique du role c’era già tutto. Per la madre e il mondo in cui viveva aveva una gran passione e molto del suo tempo lo passava nel suo studio, in un angolo,  abbandonandosi a quel mondo magico, fatto di luci, di trucchi colorati, di dettagli e di  donne bellissime che venivano a farsi fotografare.  Una sensibilità esagerata, una curiosità senza fine e il mondo di tutti i sogni che si agitava nella sua testa, senza dargli un attimo di pace… Su quel fisico etereo, delicatissimo finì per abbattersi una febbre reumatica che lo costrinse per mesi a letto… Lui li impiegò tutti a leggere  articoli sul cinema e libri gialli facendosi avvincere da tutti gli eroi negativi e positivi che incontrava nelle sue letture.  E tutti finirono per  invadere stabilmente il suo cervello di ragazzino in un incredibile realtà separata, dove l’irrazionale, l’orrore e il paranormale si incontravano e si scontravano senza dargli più tregua. Poi non volle più andare a scuola… Certamente quel liceo classico degli Scolopi, frequentato dai figli della buona società romana, cominciava ad  apparirgli piatto e gli andava stretto… Hippie ante litteram, se ne andò a Parigi  a 16 anni  a vivere letteralmente sotto i ponti di notte, lavando i piatti di giorno… Con la  Nouvelle Vague però  ci prese confidenza  quando tornò a Roma negli anni della sua formazione a Paese Sera, il giornale per cui faceva il critico  cinematografico… Allora assorbì con la Nouvelle Vague tutto ciò che era libertà e innovazione, mentre la sua  passione per il noir, il cinema espressionistico, l’horror e il poliziesco lo porteranno a convincimenti e giudizi fin troppo rivoluzionari. All’epoca   il cinema era diviso in  serie A e  serie  B e dato che il noir e il poliziesco rientravano nei film di genere, classificati senza scampo in B, non si erano nemmeno accorti che in B ci finiva anche un geniaccio come Alfred Hitchcock. Dario Argento si  ribellò dalle pagine del suo giornale e se ebbe critiche in Italia, in Francia gli furono riservati gli elogi dal prestigioso “Cahiers du Cinema”… e in poco tempo il cinema cominciò a reclamarlo.

Le ossa se le fece come sceneggiatore … “Metti una sera a cena” e gli spaghetti western, fino al capolavoro di Sergio Leone “C’era una volta  il West”. Poi non ce la fa più a tenersi dentro tutti  quei mostri che da anni gli occupavano tutto intero il cervello e decide di fare un film … Ma sembra che per lui critico, d’avanguardia e “enfant prodige” della sceneggiatura –  aveva si e no 30 anni – non ci sia posto. Per fortuna che interviene suo padre e insieme producono il primo dei barbari capolavori di Dario Argento, quell'”Uccello dalle piume di cristallo” che accolto tiepidamente dalla critica, in poco tempo mandò in delirio il pubblico e fece guadagnare a suo padre più di un miliardo dei buoni soldi di una volta.

“l’Uccello dalle piume di cristallo” non è ancora un horror totale, anche se di paura quell’intricato  thriller ne mette parecchia, con il susseguirsi di misteriose morti che coinvolgono un tranquillo americano, studioso di scienze naturali, in procinto di tornare in patria. E dentro c’è già tutto il suo cinema e quell’incredibile tecnica, di sicuro maniacale, con cui solleva la paura, il panico e il terrore… Il rapido, nervoso passaggio dal piano lungo al primo piano, le soggettive  con cui  avvicina o distanzia  l’oggetto, l’ossessione dei dettagli quasi dannunziana e l’insistenza sulla fotografia, la scelta dei colori e delle inquadrature, retaggio certo di quello che aveva assorbito da piccolo nello studio di sua madre … Poi c’è il montaggio a strappi temporali, con l’improvviso apparire di qualcosa che ancora deve succedere.. E l’uso stregato della musica e dei suoni che sono forse la maggior causa  di paura e di allucinazione… Del resto  era già stata ampiamente analizzata  ne “La sonata a Kreutzer”, la suggestione della musica sui sentimenti umani… e Dario Argento ne fa un uno massiccio,  spregiudicato pur di coinvolgere lo spettatore nei suoi incubi e nel suo mondo colmo di male. Oramai ha trovato la sua strada “gettando un sasso nello stagno immoto del cinema italiano” come giustamente disse il critico Roberto Pugliese. Dario Argento non tarderà molto a completare la “Trilogia degli animali” con “Il Gatto a Nove Code” e  “Quattro mosche di velluto grigio” riempiendo il “Gatto a 9 code” di una tensione quasi al limite del sopportabile e utilizzano per “4 mosche di velluto grigio”, una macchina da presa espressamente arrivata dalla Germania Orientale che gli permetteva  un sadico rallentamento della scena, come  la traiettoria di una pallottola che ci mette un tempo infinito per arrivare a destinazione.

In ” Suspiria” ormai l’horror prevale sul  thriller quando la giovane studentessa si accorge che l’edificio della scuola è stregato e la musica dei Goblin picchia assordante sull’orecchio e i nervi coinvolti dello spettatore. Un delirio gotico che inaugura la “Trilogia delle madri” e  si interromperà un momento per fare spazio a “Profondo Rosso ” forse il suo capolavoro assoluto, con la terribile nenia per bambini che raddoppia la suspence, la complicata trama, la villa di tutti i misteri e  la  morte dell’assassina, decapitata con incredibile humor, ovviamente noir, dalla  sua stessa collana.

La strada di Dario Argento continuerà in discesa per parecchi anni regalandoci film come “Inferno”, parte della trilogia delle madri, dove il male ormai prevale illogico e prepotente. Qui gli omicidi a corrente alternata sulla musica di “Va Pensiero” fanno parte di quella fantasia sfrenata, onirica e agghiacciante che il regista propone quasi come una sua personale liberazione . Qui c’è anche una delle scene più originali e riuscite della filmografia di Argento con la scoperta dell’appartamento sotterraneo invaso dall’acqua dove la protagonista in un succedersi di rumori fuori sincrono  si scontra con un cadavere in decomposizione.

Argento seguiterà a fare film originali e convincenti fino alla fine degli anni ’90, poi qualcosa si interrompe e il suo orrore non fa più effetto o ne fa di meno. Sono anni che i critici ormai imperversano contro il suo estro disseccato e anche l’ultimo film “Dracula 3D”, più che un film dell’orrore riecheggia qua e la gli spaghetti western. Ma non c’è da preoccuparsi, perché probabilmente a Dario Argento è successa una cosa bellissima… Si deve essere liberato all’improvviso dei suoi fantasmi, dei suoi assassini seriali, delle sue musiche paranormali  e ora il suo mondo si è tinto di rosa… Del resto sua figlia Asia gli ha regalato due bellissimi nipotini !

A proposito nessuno ci crederebbe, ma Dario Argento è completamente vegetariano! Forse si è voluto  rifugiare in un mondo lontano da ogni forma di crudeltà… e una sua affezionata fan che conosce le sue abitudini gli ha voluto intitolare questa ricetta russa a base di barbabietole che di rosso ha soltanto il colore della verdura.

BORSCHT PROFONDO ROSSO.

INGREDIENTI per 4B persone: 2 barbabietole per circa 1/2 Kg complessivo di peso, 1/2 Kg di patate,1 cipolla media rossa, 2 coste di sedano, 2 tazze di brodo vegetale, 1 lime, una.manciata di coriandolo fresco tritato, 2  pizzichi abbondanti di zenzero fresco, il latte di una noce di cocco, 1 jalapeno, 1 cucchiaio di pepe di cayenna, olio extra vergine di oliva 2 cucchiai, sale e pepe quanto basta

PREPARAZIONE: scaldare il forno a   200°C. Lavare e sbucciare le barbabietole e le patate e tagliarle a dadi. Porle su carta da forno spruzzarle con l’olio e  il sale e infornarle per 25 minuti. Nel frattempo tagliare a cubetti il jalapeno,la cipolla e il sedano e rosolarli nell’olio d’oliva.Unite le barbabietole e le patate,,aggiungete lo zenzero, il brodo,il succo di lime,  il coriandolo, il pepe di cayenna e mescolate il tutto. Fate bollire per 10 minuti e poi aggiungete il latte di coco e mescolate sul fuoco per ottenere la consistenza desiderata. Aggiungete sale e pepe e servite calco.