Maccheroni alla Chitarra per Gabriele D’Annunzio, vate d’Abruzzo!

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“Voglio una vita spericolata… Voglio una vita esagerata… ”  E la vita di Gabriele D’Annunzio è  davvero così  …    Non come quella  del piccolo eroe di  Vasco Rossi che al massimo arrivava a bere  whisky al “Roxy Bar” per poi tornare a perdersi chissà dove … Invece lui il Vate, il Patriota, il Guerriero,  della sua vita ha ne ha fatto  un’avventura e uno spettacolo permanenti, esibiti  dall’inizio alla fine… E senza perdersi mai… Sembrava solo un precocissimo ragazzo di lettere quando  a 16 anni pubblica una raccolta di poesie dal romantico titolo “Primo Vere” che  però, già nel titolo, a leggerlo bene,  è un  edonistico  omaggio alla sua gioventù… Seguiterà poi tutta la vita a celebrare se stesso  fra un’opera letteraria e una spericolata avventura  di mare, di terra, di cielo… Senza parlare di quell’eccentrico modo di vivere fatto di lusso sfrenato e incontenibile desiderio di possedere … “Io sono un animale di lusso e il superfluo m’è necessario come il respiro”  amava dire  con quel suo sorriso  appena ironico  tutto rivolto a épater le bourgeois … E difatti se c’era qualcosa che D’annunzio detestava e che forse sinceramente lo immalinconiva era la vita del travet, di quel borghese piccolo piccolo che passava  il tempo coltivando il suo orticello, il suo privato , il suo riserbo…  Tutte “virtù civiche” impossibili per Gabriele… Quando  c’è il lancio della seconda edizione di “Primo Vere”   si inventa la   storia che l’autore è morto cadendo da cavallo… La commozione è tanta  e le vendite del libro vanno alle stelle…

La voglia sconfinata di imporsi lo porta a Roma  appena finisce il liceo … Si iscrive alla facoltà di Lettere e filosofia, ma non  prenderà mai la laurea.. A Roma ha troppo da fare  ed è impossibile non notarlo … Francesco Paolo Michetti, il grande pittore abruzzese e il suo gruppo del Cenacolo  lo introducono negli ambienti  più esclusivi della Capitale… sono tutti in adorazione del vento di novità artistica e intellettuale  che questo gruppo di  provinciali sta portando nella smorta capitale addormentata…  D’Annunzio è felice e realizzato, è l’animatore dei migliori salotti e le spregiudicate nobildonne sono ai suoi piedi…  Ma il risveglio è brusco… Pena l’ostracismo deve affrontare un urgente  matrimonio riparatore  con  la duchessa Maria Hardouin di Gallese e un affrettato  impiego presso un giornale… di cui seguiterà a lamentarsi perché  toglie tempo ai suoi interessi letterali. Gli era costato caro tradire il suo primo vero amore “Lalla” a cui aveva dedicato  le belle poesie d’amore  di “Canto Novo”… “Ma ancora ancor mi tentan le spire volubili tue…”

Naturalmente il matrimonio va a rotoli in breve tempo nonostante la nascita dei figli, ma è a Roma che D’Annunzio  ha la sua consacrazione come letterato…  “Il Piacere” viene pubblicato nel 1890 e così ne scriverà Benedetto Croce   pur parlando di ” malati di nervi”  a proposito dei nuovi autori, lui Fogazzaro e Pascoli     “Risuonò nella letteratura italiana una nota, fino ad allora estranea, sensualistica, ferina, decadente “…   Ci doveva essere un’evidente stanchezza verso i grandi temi sociali o la narrazione della povertà contadina  o della prima industria… Quello di D’annunzio è un mondo poetico  di sentimenti individuali… tutto psicologia e  introspezione,  in cui  si celebra  il mito del bello e dei valori estetici  che dall’arte devono  arrivare alla vita ..  Unico modo per dare dignità e senso  a un’esistenza altrimenti povera di contenuti e di emozioni… Così D’Annunzio descrive  il suo protagonista Andrea Sperelli che abita nel barocco Palazzo Zuccari, vicino a Piazza di Spagna: ” Egli era per così dire tutto impregnato d’arte … Dal padre appunto ebbe il culto delle cose d’arte, il culto spassionato della bellezza, il paradossale disprezzo de’ pregiudizi, l’avidità del piacere. Fin dal principio egli fu prodigo di sé… Ma l’espansione di quella forza era  la distruzione di un’altra forza, della forza morale che il padre stesso non aveva ritegno a reprimere … Il padre gli aveva dato, tra le altre, questa massima fondamentale: bisogna fare la propria vita come un’opera d’arte. Bisogna che la vita d’un uomo d’intelletto sia opera di lui. La superiorità vera è tutta qui. “

Roma ha il suo cantore che gli fa acquistare un posto di tutto rispetto nel mondo internazionale… Non a caso D’annunzio verrà sempre più strettamente unito  all’estetica decadente di Oscar Wilde … Ma Roma non  fruirà per molto del suo vate…  Dopo una lunga relazione con la sofisticata Barbara Leoni, D’annunzio approda a Napoli  perso  dietro il suo ultimo amore… La nobildonna Maria Gravina… Sarà il periodo peggiore di tutta la vita  immerso nella miseria, con la figlia Renata appena nata, denunciato per adulterio dal marito di Maria e condannato a 5 mesi di  carcere… Lo salverà un ‘amnistia e poi il rifugio presso il  fedele amico Michetti a Francavilla sul Mare…   Ma sono anche gli anni in cui si accosta a Nietsche… e forse il sentirsi un “Superuomo l’avrà salvato dalla disperazione… E intanto scrive, scrive  Giovanni Episcopo, L’innocente,   Il trionfo della morte …  tutte tematiche truci in cui  si abbandona  a una specie di   razzismo aristocratico e biologico con tutta la sua insofferenza per l’uomo qualunque…

La sua vera salvezza  però non sarà né un uomo né un superuomo ma un’attrice sensibile e e con una  grande  fama… Eleonora Duse  lo accoglie in Toscana in una villa vicina alla sua e gli pagherà le rette del collegio per la figlia Renata… Lui  completamente esaltato dal nuovo  amore  si infiammerà per  il teatro e ripagherà la  la Divina Eleonora “dalle bianche braccia”  con qualche tragedia  non eccezionale e un romanzo  “Il Fuoco” in cui non si farà il minimo scrupolo di raccontare anche nei dettagli più erotici ed intimi   la sua storia passionale con la Duse . Sono anche gli anni però in cui scrive  alcune delle liriche più belle … Quelle “Laudi del cielo, del mare, della terra e degli eroi ” che non completerà mai … In cui   trovano spazio i suoi miti rivisitati…. dalla Grecia classica, al culto degli eroi, al sogno di una grande Italia imperialista e   ai versi  in cui l’amore si fonde  con lo spirito panico della natura …. “La pioggia nel Pineto” in cui i due amanti si  perdono  nel bosco  come in uno sconosciuto  mondo antico e intatto è l’ultimo omaggio a Eleonora  – Ermione, la compagna che lo segue nel mistero  e nella musica della natura…

La sua nuova rovina finanziaria  inizierà  proprio abbandonando la Duse … Non c’era più nessuno che lo sostenesse nelle folli spese che aveva affrontato per arredare la sua villa “La Capponcina”,  in cui  il Vate  –  Superuomo doveva vivere “la vita del signore rinascimentale”.  Fra Teatro e liriche aveva guadagnato somme enormi, ma  niente  per   coprire le sue spese… Il superuomo per sfuggire i creditori, scappò letteralmente in Francia e ci rimase  cinque anni, mentre la Capponcina e tutti i suoi tesori estetico – decadenti finivano all’asta.

In fondo lo salvò la Guerra… Quando scoppiò il conflitto,  divenne uno fra i più sfrenati interventisti… Con le sue parole infiammò gli italiani per la riconquista delle terre irredente, quelle che non erano bastate tre guerre Risorgimentali per accoglierle nella nuova Italia…  Lui aveva già 52 anni ma la guerra e l’avventura che vedeva in essa lo galvanizzò e lo fece ritornare quasi un adolescente.. Era già qualche anno che inneggiava , auspicava , si batteva per  una nazione dominata dalla volontà di potenza,  sentendosi umiliato  dall’«Italietta meschina e pacifista».

E così allo scoppio della guerra-  e non aspettava  altro –  in  quelle”radiose giornate di maggio”,  si arruolò volontario nei Lancieri di Novara,   partecipando  impaziente a tutto quello che la guerra gli poteva offrire.  Era un ottimo pilota e si sfrenò letteralmente nelle incursioni aeree su Trento  e sul fronte carsico.  Lo fermò  per un po’ di tempo una brutta ferita  su una tempia e poiché il Superuomo non aveva molto  tempo per curarsi finì per perdere  la vista  di un occhio…  La sua esaltazione patriottica era sincera  ma di gran lunga più  esaltante fu  per il Superuomo   la passione  per il  rischio   e il senso dell’avventura  e così torno a combattere …  Non gli mancava certo la fantasia e alcune delle sue imprese vanno ammirate e ricordate per l’audacia e l’originalità degli interventi… Famoso il  volo dimostrativo  su Vienna… 11 aerei partiti e 8 arrivati, percorsero  1000 chilometri per andare a lanciare su Vienna circa 300.000 manifesti di propaganda di guerra… L’ultimo  aereo era un biposto pilotato dal Capitano Natale Palli…. Nell’abitacolo con D’Annunzio c’era anche  un ragazzino di 9 anni figlio di un amico del Vate …Ancora più spettacolare fu l’incursione nella baia di Buccari dove tre Mas  arrivarono indisturbati sino in fondo alla baia  dove schierata c’ era una buona parte della flotta austriaca, lanciando  siluri e colpendo tre  navi per poi ritornarsene via sani e salvi… I danni furono limitati ,ma il morale delle truppe iraliane salì alle stelle…

L’avventura più esaltante il Vate Comandante la sperimentò  alla fine della  Guerra con l’impresa di Fiume… Visto che in base ai Trattati di pace  la città non sarebbe tornata all’Italia, D’annunzio alla testa di un gruppo di 2500 ribelli la occupò militarmente instaurandovi una propria Repubblica   e una Costituzione molto avanzata in cui erano riconosciuti   diritti per i lavoratori,   pensioni di invalidità,   suffragio universale     depenalizzazione  dei reati diomosessualità,  nudismo  e uso di droga…    Fu costretto a sgombrare   un anno dopo sotto l’assalto dell’esercito regolare che non voleva compromettere i buoni rapporti di pace con le altre potenze… Ci pensò pochi anni dopo il fascismo con un colpo di mano a riportare Fiume all’Italia..

Dalle sue imprese di guerra ricavò un titolo nobiliare dal nome vagamente  da operetta “Principe di Montenevoso” cosa di cui il Superuomo tutto preso di sé non si accorse… Per il resto al  di là di tutto quanto ci si sarebbe potuto aspettare, si ritirò in volontario esilio in una villa di Gardone Riviera…  che lui chiamò “Il Vittoriale degli Italiani ” Osannato e richiesto a gran voce da Mussolini e  fascismo,   rifiutò  incarichi pubblici come pure di frequentare a fondo  gli uomini  “nuovi” anche  se non ruppe i rapporti formali .. Non era tanto questione  di ideologia … La rozzezza e  la volgarità del Regime erano per la sua anima raffinata  troppo difficili da sopportare.

A Gardone Riviera ormai libero dai debiti e dalle ristrettezze economiche potè dare spazio e realizzazione  ai suoi sogni più   pazzi. Arrivò al top   del   suo stile di vita e   trasformò lla villa in una sorta di museo eclettico degli oggetti più strani e dell’arredamento più fantasioso…  Nel parco  aveva costituito il “quartiere degli artigiani ” un gruppo di specialisti che  creava i suoi mobili e i suoi oggetti, in aggiunta a quelli che si faceva venire da tutto il mondo… A volte di gran gusto  altre di un Kitch da far paura … Aveva 300 paia di scarpe negli armadi e decine e decine  di  eccentriche vestaglie  con cui riceveva  le sue belle e giovani amanti… In fondo fu felice.. Aveva raggiunto il lusso e il superfluo di cui la sua anima estetica non aveva mai potuto fare a meno…

Mangiava poco, ogni tanto a scopo curativo digiunava tre giorni alla volta, ma era attaccatissimo soprattutto alla cucina della sua terra d’Abruzzo … Una terra di pastori  che per lui appartenevano ancora  al mondo greco e una lingua che lui si rifiutava  di chiamare dialetto e definiva latina… Del formaggio della sua terra diceva “…è tutto nel nostro cacio pecorino…   È il cacio nerastro, rugoso, durissimo: quello che può rotolare su la strada maestra a guisa di ruzzola in gioco ” e ogni tanto si faceva  preparare  “I maccheroni alla chitarra”…   Quelli che si preparano su un telaio rettangolare di legno di faggio, in cui sui lati lunghi  sono tesi dei sottili fili metallici, che ricordano appunto le corde  della chitarra…  La sfoglia di pasta  si stende sopra e poi pressata dal mattarello  cade sul piano inferiore  divisa in maccheroni  di taglio  quadrato   … Ci sono diversi modi di preparare il condimento sia   a base di carne  che vegetariano come quella che abbiamo scelto noi…

MACCHERONI ALLA CHITARRA

INGREDIENTI  per 4 persone:  farina di semola di grano duro  400 grammi, 4 uova, sale q.b.,  pomodori pelati 400 grammi, 2   spicchi d’aglio,  4 cucchiai di pecorino abruzzese,  1 peperoncino essicato di media grandezza, un mazzetto di prezzemolo, olio extra vergine di oliva.

PREPARAZIONE: Disponete la farina a fontana , al centro   rompete 4 uova  e aggiungete un pizzico abbondante di  sale . Impastate a lungo per circa mezz’ora e dopo  fate riposare l’impasto almeno per due ore , in frigo,avvolto nella pellicola trasparente. Scaduto il tempo tirate una  o più sfoglie di dimensioni inferiori, di  spessore non inferiore ai 5 mm e ponetele sulla chitarra leggermente infarinate da ambo le parti.  Passate il mattarello con forza su tutta la superficie della  sfoglia in modo da  tagliarla in un colpo solo formando i maccheroni che si andranno a deporre  sul  fondo dell’attrezzo. Ripetete l’operazione se avete preparato più sfoglie e mettetele  aperte su un panno   fino al momento dell’utilizzo.

Per realizzare il sugo, affettate finemente dopo averli sbucciati  i due  spicchi  di aglio e metteteli a dorare nell’olio facendo attenzione che non si brucino. Se dovesse succedere è preferibile buttare il tutto e ricominciare perché  rovinerebbero   con il loro amaro la delicatezza del sugo. Una volta dorato l’aglio aggiungete il pomodoro, il sale e il peperoncino e fate sobbollire il sugo per 20 – 25 minuti.  Qualche minuto prima  di togliere dal fuoco aggiungete  una parte del prezzemolo. Una volta cotta la pasta in acqua bollente e salata, scolatela molto al dente, conditela col il sugo,spolverizzatela di pecorino e  il resto del prezzemolo tritato.

Mele, crumble e Steve Jobs!

Il giornalista non aveva afferrato bene il concetto, così seguitò a  insistere ” Ma non  ti  svegli mai la mattina  dicendo  a te stesso: “Non c’è alcun motivo  di lavorare un solo giorno in più… Ho  guadagnato  abbastanza soldi  per darmi alla pazza gioia, fare tutto quello che voglio … ” “E lui paziente seguitava a spiegare” Beh, suppongo che qualcuno lo faccia, ma non è questo il caso… Il denaro ha un suo peso, ma può arrivare a un 25%… E non è del tutto importante nemmeno quello  che hai realizzato, ma la gioia di quello che stai facendo, giorno dopo giorno, con la sensazione che stai partecipando a qualcosa del tutto speciale. Penso che tutti quelli che lavorano nel team “Mac”, pagherebbero di tasca loro per venire a lavorate qui..” E ancora il giornalista obiettava ” Forse dire questo per te  ha un senso perché possiedi quasi 7 milioni di azioni Apple…” ” Allora vallo a chiedere agli altri che qui ci lavorano soltanto,  come Barrell o Andy e che hanno avuto offerte da tantissime altre aziende… ” ” Ma  qui si arriva  al paradosso di un ragazzo come Andy che ha speso un mucchio di soldi  per sistemare la sua cucina e non ha mai avuto il tempo di cucinarsi un solo pasto.. ” “Ci sono momenti in cui è così importante  portare avanti   quello che stai facendo che tutto il resto passa in secondo piano…” Poi ancora il giornalista  continua  “Quale è stato  il segreto di tutto questo successo?” “Abbiamo iniziato con una prospettiva   idealista di fare subito qualcosa  di altissima qualità e di farlo subito bene la prima volta.. .”Ho notato una grossa passione per la musica, fra le persone che lavorano qui… sai darmi una spiegazione?  ” Se vuoi arrivare a capire quello che nessuno  ha ancora  capito, per prima cosa ti dovrai costruire un’impalcatura concettuale … Se stai  cercando di progettare un computer  ti dovrai immergere  in migliaia di dettagli necessari…  Poi tutto ad un tratto,  se sei riuscito a salire abbastanza in alto sull’impalcatura , tutto diventa più chiaro… sei arrivato al punto di svolta. Si tratta di una esperienza ritmica, in cui  ogni cosa  è legata a tutto il resto e dove  tutto si  intreccia.  E’ una fragile, delicata esperienza  che somiglia molto alla  musica.  Una cosa che è quasi impossibile  descrivere .”

Hanno detto che era un “visionario”, ma   la parola  ha il suo giusto significato se si pensa a  Steve Jobs come a  un uomo del Rinascimento, che si immergeva  sino al fondo in una realtà dalle mille mille sfaccettature dove tecnica, fantasia, innovazione e umanità si  mescolavano  fra di loro… Quando rispondeva a questa intervista era il 1984… Un giovane uomo di 30 anni già  amministratore delegato di Apple Inc, azienda leader  dell’informatica… Soprattutto era considerato un enfant prodige, il pioniere carismatico    del personal computer,  quello strumento che rivoluzionò la vita delle persone…. L’ibrido più intelligente del mondo che si poteva adoprare in azienda, ma si portava anche a casa, si poteva utilizzare per  l’istruzione a distanza o il lavoro a distanza… dalla propria casa o dalla casa delle vacanze se era necessario… E così molti cominciarono a non andare più in ufficio…   Ma nessuno sull’onda di quel successo travolgente   poteva immaginare quello che gli sarebbe successo di lì a poco a Steve Jobs…

Fin da ragazzino era stato sveglio… a scuola gli volevano far saltare due classi dopo aver verificato i test… mentre la passione per l’elettronica  gliel’aveva trasmessa il padre che spesso riparava vecchie radio…Aveva anche una notevole faccia tosta  perchè dopo poco tempo che era al liceo,  in una classe di elettronica popolare, chiamò al telefono B. Hewlett, il co-fondatore della Hewlett Packard …  Gli chiese  qualche  pezzo di ricambio per  i suoi lavori  e … se possibile anche un lavoro estivo… Incredibile a dirsi, ma ottenne entrambe le cose…

Anche le prime fasi dell’amicizia con Stephen Wozniak hanno a che fare con il telefono… Woz,  aveva trovato un articolo che spiegava come  costruire un sistema  di commutazione che avrebbe consentito di telefonare gratis…alle spalle della società AT&T. Fu Steve a incoraggiare l’indeciso Woz che riuscì a confezionare la sua prima “scatola  blù” …  Per prima cosa Steve telefonò in Vaticano e chiese del Papa… Se ne accorsero all’ultimo momento che al telefono non era Kissinger, mentre già stavano per andare a svegliare Sua Santità… Le scatole  che vennero dopo se le andarono a vendere agli altri studenti… Smisero soltanto quando la polizia si insospettì…

All’Università Steve durò poco … Era pieno di rimorsi per i soldi che faceva spendere ai suoi genitori… Senza sapere  cosa se ne sarebbe fatto della laurea. Da quella rinuncia partirono le sue esperienze di hippie  epigono, con i capelli lunghi e senza un dollaro in tasca… quando poteva si sballava con un po’  di LSD e ogni  tanto andava a mangiare dagli Hare Khrisna  che glielo davano gratis … Quella fu la sua via al buddismo…  Dall’India infatti tornò un po’ deluso e decise che  tutto sommato l’Estremo Oriente e il Buddismo Zen erano la cosa migliore… Passò anche del tempo a coltivare mele in una comunità hippie…  E sicuramente  ne conservò un ottimo ricordo…

Poi qualcosa dovette scattare nella testa di quel giovane irrequieto… Come dirà anni dopo  non voleva ritrovarsi a quarant’anni a fare il commesso dietro il bancone di un negozio e questo non perché fosse una brutta cosa… ma perché non era nelle sue aspirazioni di vita. E riferendosi all’esperienza indiana aggiunse: ” E ‘stata una delle prime volte che ho iniziato a capire che forse Thomas Edison ha fatto molto di più per migliorare il mondo di Karl Marx e Neem Kairolie Baba  (il santone che era andato a cercare in India) messi insieme…

Il mondo in cui Steve capitò era un Mondo Nuovo…  Tutto era iniziato nel 1974, con  il primo microprocessore al mondo.  Nel 1976, Wozniak ne  prese ispirazione  e da solo si costruì il suo computer … Un risultato impressionante, un computer potente che lavorava  con una tastiera, lo schermo e   poche chips….  Era nato Apple 1 che per custodia aveva una scatola di legno e l’imprenditore in erba Steve Jobbs riuscì quasi subito a piazzarne 50 allo stupefacente prezzo di 500 dollari l’uno. Poi  mise a disposizione della neonata industria,  i pochi beni di famiglia… Il garage dei suoi genitori… Un’ascesa rapidissima i primi anni … Poi cominciarono le difficoltà mentre si affacciava Bill Gates e L’Ibm riprendeva forza… Ma dopo l’acquisizione del mouse e  l’interfaccia grafica, nonostante il  deludente “Apple Lisa,” torna  un buon successo  con Mac Intosh, creatura quasi privata di Steve Jobs, nata dalla sua fronda interna ai vertici della nuova gestione Apple. Ma oramai era guerra aperta con l’Amministratore Delegato e quando si trattò di scegliere cacciarono Steve Jobbs, il fondatore…

Dieci anni di esilio, ma nel suo celebre discorso all’Università di Stanford del 2005, Steve disse che era stata una fortuna…”Non potevo accorgermene allora, ma venne fuori che essere licenziato dalla Apple era la cosa migliore che mi sarebbe potuta capitare. La pesantezza del successo fu sostituita dalla soavità di essere di nuovo un iniziatore, mi rese libero di entrare in uno dei periodi più creativi della mia vita. Nei cinque anni successivi fondai una Società chiamata NeXT, un’altra chiamata Pixar, e mi innamorai di una splendida ragazza che sarebbe diventata mia moglie. La Pixar produsse il primo film di animazione interamente creato al computer, Toy Story, ed è ora lo studio di animazione di maggior successo nel mondo. In una mirabile successione di accadimenti, Apple comprò NeXT, ritornai in Apple e la tecnologia che sviluppammo alla NeXT è nel cuore dell’attuale rinascimento di Apple .

Un ritorno quello del 1996 che salvò la Apple  e raddrizzò le sorti un po’ pericolanti di Next. Steve Jobs era di nuovo al timone e arrivò una serie di incredibili e sorprendenti novità…”Think different” è il nuovo slogan di  Jobs che  negozia subito un accordo con Microsoft per lo sviluppo del sistema operativo della Apple e rivoluziona i prodotti … NeXTSTEP  si eìevolve in Mac OS X,   il primo “iMac”  vince con l’estetica…linee curve e la scocca realizzata con plastiche trasparenti e colorate. All’inizio del nuovo secolo  nascono gli Apple Store centri di vendita, assistenza e formazione con una distribuzione mondiale…  Poi l’intuizione della musica e nasce  iPod il lettore portatile  con il suo negozio virtuale iTunes… Nel 2007 Apple  entra nel business della telefonia cellulare con l’introduzione di iPhone , un multi-touch  con le  caratteristiche di un iPod, un proprio browser mobile…

Peccato che Steve non si è potuto godere appieno i suoi ultimi e incontrastati successi… Ha lottato come un leone contro la sua malattia con coraggio e con umiltà …  Ma era anche molto sereno … Era buddista e sapeva che si sarebbe reincarnato. Chissà quale versione di iPhone o di iPod troverà in quell’epoca….

Steve  aveva una sua strana dieta  ispirata agli insegnamenti buddisti… Quasi esclusivamente frutta e qualche verdura. Alcuni dissero che era una dieta troppo povera… Noi abbiamo   colto l’obiezione  e abbiamo un po’  attenuato il rigore di  Steve, preparando  con la sua mitica mela, un delicato dolce….

CRUMBLE DI MELE

INGREDIENTI per 4 persone: 4 mele grandi, 250 grammi di zucchero, 200 grammi di farina, 150  grammi di burro, 4 chiodi di garofano, cannella un pizzico abbondante

PREPARAZIONE: Sbucciate le mele, tagliatele a pezzi e cuocetele a fuoco lento con 125 grammi di zucchero assieme ai chiodi di garofano e alla cannella, per 20 minuti. Preparate il crumble impastando la farina con il burro e il rimanente zucchero, sino a ottenere un impasto  sbriciolato. Mettete le mele cotte e leggermente intiepidite in una pirofila e ricopritele con il crumble uniformemente e senza premere. Ponete la pirofila in forno e fate cuocere per 20 minuti circa alla temperatura di 180°C.

Il crumble si può mangiare accompagnato con panna, con il gelato alla vaniglia o con la crema inglese.