Montalbano e le polpettine di pesce!

 

Andrea Camilleri, di sicuro  qualche risata se l’è fatta …Lui, il più famoso e il più venduto, fra gli  scrittori italiani degli  ultimi 20 anni, ha un curriculum scolastico che  sembra fatto  per escludere  da qualunque destino letterario. Ma Andrea Camilleri è siciliano e come  Pirandello sa che l’assurdo è il più frequente vicino di casa della vita. E’ appena adolescente  quando lo cacciano da scuola … per aver gettato  qualche uovo contro un crocefisso.  Lo iscrivono a un liceo statale, ma non riesce a sostenere la  maturità! E il Camilleri con occiali gialli (chi ha ucciso la democrazia in Italia1943 c’è  ben altro da fare.. Soprattutto scappare.  Arrivano gli alleati… E, per facilitarsi lo sbarco prima  distruggono metà  Sicilia con i bombardamenti… poi si aprono la strada con le mitragliatrici. Figuriamoci se c’era tempo per gli esami… Tutti a casa, ordina il preside… Quanto al diploma basta la frequenza!   Appena torna un po’ di pace il giovane Andrea si iscrive all’Università, ma alla laurea in lettere non ci arriverà mai! A Roma, nel  1948, studia regia all’Accademia Nazionale Silvio D’Amico… Ci tornerà  molti anni dopo a insegnare, ma anche lì, a prendere il diploma non c’era arrivato! Qualcuno, molto sensatamente ha scritto che la scuola è fatta per i mediocri, o, se ci vogliamo addolcire la pillola per le persone normali. Perché dunque uno che sicuramente è stato almeno toccato dal Genio doveva andare a perdere tempo?  Del resto anche senza troppi titoli di studio all’epoca ha già cominciato a scrivere, lo fa benissimo e … pubblica! Su “L’Italia Socialista”, e ‘L”Ora” di Palermo ci sono racconti e poesie  a firma Camilleri e in quegli anni vince  il premio giornalistico “Saint Vincent”. A 29 anni  si presenta a un concorso per funzionari alla Rai e lo vince,  ma non viene assunto  perché è iscritto al  Partito Comunista.montalbano_1300

Ci vorrà tempo prima che rimuovano gli ostracismi.  Poi televisione e teatro saranno per trent’anni il suo lavoro. E’ lui che porta in teatro Adamov,  poi Beckett, con i suoi drammi dell’assurdo e Jonesco, in un accorato  appello all’Italia perchè si svegli  ed esca dalle accademie…

In televisione è diverso… Si punta  alla famiglia che non va turbata…  così come  la morale corrente…  Non ci si può muovere con disinvoltura, ma Camilleri trova  la via d’uscita… Nel giallo! Certo non poteva portare  Chandler, il  detective Marlowe, la sua vita disperata e i gialli di violenza…Però trova il Tenente Sheridan che è altrettanto bravo, ha un po’ di esotismo americano e una vita presentabile,  poi Laura Storm, la prima detective donna, acuta e fidanzata… rivestendo anche lei dell’impeccabile  impermeabile chiaro e… dulcis in fundo, arriva  il Commissario Maigret, con la moglie che lo aspetta a casa a preparare manicaretti…. La morale è salva, i prodotti  buoni e sono una novità per l’Italia. L’audience va alle stelle!

url-3Per i suoi romanzi c’è tempo, saranno il divertimento per quando andrà  in pensione… Pensa Camilleri. Invece all’improvviso  quando  ha quasi 70 anni scoppia il caso letterario, il successo, la fama. Certo lui nemmeno se lo aspettava, due romanzi precedenti erano andati maluccio, ma “La Stagione della Caccia”  con l’assurdo poliziesco del farmacista che uccide sette persone per  coronare il suo sogno d’amore , trascina nel  successo anche le opere precedenti. Stampe e ristampe e ogni volta si vendono 60.000 copie… E’ inutile chiedere a Camilleri il segreto del suo successo, lui non lo sa e nemmeno Montalbano,, con tutte le sue investigazioni l’ha mai capito!

Il Commissario Montalbano nasce a 44 anni nel 1994. E’ già da tempo fidanzato fedele di Livia, ma non è del tutto insensibile a Ingrid la bella svedese che l’aiuterà a risolvere il caso di un ingegnere abbandonato, morto in auto in una zona malfamata della periferia.

Il suo identikit  è già abbastanza completo,  sin dal primo romanzo “La forma dell’acqua”… Investigazioni molto di testa e poco di tecnica – che in caso affida all’agente meno sveglio del Commissariato che  è un mago del computer- pochi amici, una fidanzata in un’altra città con cui non si sposerà mai, una vena di malinconia  che gli trasmette il male in cui lavora… Ma è anche svelto quando c’è da correre o tirar fuori la pistola, cosa che fa di rado. Qualche volta usa metodi ai confini della legge o già fuori di essa, con tutti quei sigilli che toglie nottetempo alle scene  del delitto e senza autorizzazioni… Ma si sa… La burocrazia è lenta e i superiori spesso impaludati e stupidi… E per fortuna finora gli è andata  sempre bene.”Nei film americani, si scusa Montalbano, il poliziotto bastava dicesse il numero di targa e, dopo manco due minuti, riceveva il nome del proprietario…In Italia invece le cose sono diverse. Una volta avevano fatto aspettare ventotto giorni durante i quali il proprietario del veicolo era stato incaprettato e abbrusciato…”

Il suo nome è un omaggio a Manuel Vasquez Montalban,  lo scrittore spagnolo che ha inventato  Pepe Carvalho il detective che ha in comune con Salvo la buona cucina, le buone letture, e complicate storie d’amore… Un po’ per volta di libro in libro il personaggio  Montalbano acquista nuove sfumature e un passato… La madre morta precocemente, un padre lontano,  La sua  casa…in realtà niente di speciale, ma tanti libri e  quella eccezionale verandina sul mare, da cui può scendere, andare sulla spiaggia e farsi  lunghe faticose nuotate, soprattutto quando è addolorato o non riesce a trovare il bandolo della matassa.

I libri fioriscono uno dopo l’altro … “il ladro di merendine” con l’unica occasione di sposare Livia, “La gita a Tindari” con il graffiante tour del “tutto compreso” e l’incredibile morte della vecchia coppia mano nella mano… E poi i libri cominciano a non contarsi più perché Camilleri  li sforna a ritmo infernale.

Era inevitabile che la Televisione se ne impossessasse. Ha cominciato quasi subito a sfruttare “il fenomeno Montalbano”, dal 1998. Partito inizialmente su Rai 2 con 12 puntate, trasferito di corsa, visto lo share a livelli stellari, sulla rete più importante, in poco più di 10 anni la televisione  ha sfornato 91 episodi. Sembrava una sovraesposizione, un rischio, ma  Luca Zingaretti l’attore con la testa calva, il torace possente e le gambe leggermente arcuate ha dato vita a un personaggio pieno di fascino, che sembra indistruttibile “Tutte le repliche avrebbero potuto usurare il prodotto, dice, ci troviamo invece a fare i conti con risultati inspiegabili…”

Proprio in questi giorni sta uscendo una nuova serie con 4 episodi, mentre Camilleri lavora ai prequel affidati a un bellissimo attor giovane, Michele Riondino… Non sa più chi deve  accontentare.

Il personaggio di Zingaretti in quindici anni dice di essere invecchiato…Nelle ultime storie ha 58 anni  e sente qualcosa che gli sfugge. Teme di non farcela, anche se alla fine  risolve tutto …Si lamenta di non avere più la memoria di un tempo, è pieno di dubbi … E tradisce Livia… C’è più di una bellissima ragazza che almeno per un attimo gli fa perdere la testa… Forse lui è alla ricerca della gioventù perduta e diventa un personaggio ancora più umano che  non perde  mai smalto.

Chi non invecchia è Camilleri che furbissimo scarica tutto addosso al suo personaggio mentre lui ne esce indenne, immerso in una sua nuova e totale giovinezza. Sembra quasi di vederlo con una specie di affettuoso ghigno mentre prende in giro Montalbano che si lamenta dei suoi incubi notturni e assiste nel sonno al suo funerale…

Camilleri imperturbabile  affina il linguaggio delle sue  storie, con questo particolarissimo dialetto aggrovigliato e dolcissimo che lascia sempre meno spazio alla lingua italiana in un recupero di identità e di storia tutta siciliana che si va a unire ai luoghi fatati   di Vigata e di Montelusa e alla passione del cibo …  Il cibo che sembra prendere sempre più importanza  e più spazio di libro in libro e di cui, il profumo e il sapore, superando tutte le barriere  di spazio e di tempo, arrivano diretti alle narici e alla gola…. Lo spettatore partecipa,  con Montalbano al suo pasto, in un religioso silenzio rivolto a catturare anche l’ultima spezia nascosta  fra gli ingredienti.

“Con la lingua e il palato principiò un’analisi scientifica… Dunque, pesce e non c’era dubbio, cipolla, peperoncino, uovo sbattuto, sale, pepe, pan grattato, ma all’appello mancavano ancora due sapori, da cercare sotto al burro che era servito per friggere. Al secondo boccone individuò quello che non aveva scoperto prima…” Ed è con questa ricetta ispirata da “Il ladro di merendine”  che vi lasciamo in compagnia  di Salvo Montalbano…

POLPETTINE DI PESCE

INGREDIENTI  per circa 60 polpettine: filetti di merluzzo 800 grammi, 1 cipolla  di Tropea di medie dimensioni, tre peperoncini piccanti piccoli, 2 uova, sale e pepe a piacere, un pizzico di cumino, un pizzico di coriandolo, pan grattato q,b, burro quanto serve per friggere,olio extra vergine di oliva q.b., se lo preferite al burro oppure potete friggere  in un mix di olio e burro.

PREPARAZIONE: Sfilettate il merluzzo con l’apposito coltello, togliete le spine, tagliate a tocchetti i filetti e metteteli nel mixer assieme alla cipolla già tagliata a lamelle, i peperoncini triturati, le uova, sale, pepe, cumino e coriandolo e frullate il tutto   per qualche minuto finché l’impasto non diventa omogeneo e di buona consistenza. Se fosse troppo morbido aggiungete al composto un po’ di mollica di pane bagnata e strizzata e frullate nuovamente. Ricavate dal composto delle polpette piccoline, rigiratele nel pan grattato  poi friggetele. Per ottenere un buon fritto portate olio e burro ad alte temperature facendo attenzione che il burro non annerisca e al momento in cui immergete le polpette abbassate la fiamma. Fate cuocere per circa 10 minuti, rigirando spesso in modo che si ottenga un colore dorato, senza nessuna parte più scura. Dato il numero abbondante delle polpette, andranno fritte a più riprese ed è buona norma cambiare spesso l’olio e il burro che altrimenti possono dare un cattivo sapore ed essere tossici. Durante la cottura le polpette devono essere quasi sommerse dal condimento. Una volta cotte, estraetele dalla padella con il mestolo forato, fate assorbire il grasso di superficie sopra una  carta assorbente e servitele calde.

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Cent’anni di guerra… Per una Zuppa Inglese!

100 anni e qualcosa in più …  Alla fine  gli unici a guadagnarci furono i Re di Francia,  non certo il popolo…   I contadini  poi… Si videro addirittura  uccidere  Giovanna, il  loro unico,  grande condottiero.. Il re, che a lei doveva tutto, non fece  neanche un gesto per salvarla … Per  la memoria inglese invece, sempre restia ad ammettere le sconfitta degli anni ’30, la guerra finì probabilmente nel 1415 con la Battaglia di Agincourt   e la vittoria di Enrico V … . Oggi la “Guerra dei cento anni ” è  forse solo un ricordo confuso e un difficile  intrico di date …  E non chiedetene il senso… Difficilmente  qualcuno ve lo potrà spiegare!

Ma nonostante tutto, solo a sentirli nominare, Enrico V e Giovanna D’Arco  fanno ancora balzare  il cuore!  A loro ci hanno pensato gli scrittori, i poeti, i musicisti e alla fine il cinema!  Qualcuno potrebbe ancora obiettare  che Enrico V  è stato un invasore in terra di Francia… Ma attenzione, all’epoca non era questione di nazioni o popoli era  solo un discorso di troni e niente altro… Sia Enrico V  che Carlo VI, il re  di Francia, avevano  gli stessi antenati… E questo aveva fin dall’inizio scatenato le rivendicazioni. Se non ci fosse stato Shakespeare, Enrico V forse sarebbe ricordato solo come un grande re, forte e vincitore  ma il Bardo, che lui si, moriva di amor di patria, vide in lui il più puro eroe dell ‘epopea nazionale. Quando Laurence  Olivier o Kenneth Branagh  parlano ai soldati prima della battaglia di San Crispino, viene  quasi voglia di andarci… Perché in un epoca cinica e dissacratoria, almeno per un istante sembra un privilegio, andare a combattere o a morire  ad Agincourt!

 Dopo la Francia stava messa proprio male… Carlo VI,  sicuramente pazzo oltre che sconfitto,  riconosceva Enrico come  successore, di  suo figlio Carlo disse che era solo un bastardo e  quanto a sua figlia Caterina, le fece imparare  l’inglese e la  dette in sposa a Enrico!…

Carlo, il figlio, fuggì al Sud per organizzare un po’ di resistenza, ma ormai nell’anno 1428 era anche lui allo stremo. Enrico era morto, ma gli inglesi  erano sempre saldi a Nord…  E, orrore…Parigi era nelle loro mani e  il Duca di Borgogna li aiutava.

 Era iniziato l’assedio a  Orléans e se gli inglesi l’avessero  presa, sarebbero calati a sud senza freni…Attorno a Orléans c’era il fior fiore dell’esercito francese, ma il  primo a non crederci più era proprio Carlo…  Quando inaspettatamente arrivò l’aiuto del popolo francese, ribelle ai nobili,  sfinito dalle carestie e dagli inglesi… Al popolo  rimaneva solo la casa reale  e quella strana ragazza  che aveva voluto corazza e cavallo per andare a combattere… Giovanna andò  da Carlo… Lui  non aveva vie di uscita e l’ascoltò. Era quasi obbligato a farlo… Lei rappresentava  le masse popolari! Ma questo era l’aspetto formale. In realtà Giovanna aveva un magnetismo, una forza… una capacità davanti alla quale  non si  resisteva. Era una strega come la definì un secolo e mezzo dopo Shakespeare, ancora umiliato dalle sconfitte inglesi, oppure una Santa con la luce di Dio? Una ragazzina di 17 anni che aveva abbattuto le diffidenze  di un popolo e ora stava convincendo l’erede al trono…Carlo la proclamò “condottiera delle azioni militari” e lei vinse a Orleans trascinandosi dietro, nello sbalordimento generale, un intero esercito all’improvviso pieno di slancio e patriottismo. Poi obbligò quello stupido delfino ( Sua Maestà la stoltezza lo definirà Roberto Rossellini nel suo film del 1954) a farsi incoronare re a Reims perché voleva un segnale forte e, infatti, mentre attraversavano la Francia, le città si ribellavano agli inglesi e giuravano fedeltà a Carlo.

Se Giovanna fosse stata saggia si sarebbe fermata lì…  Lei non lo sapeva, ma  Carlo  preparava l’accordo con i nemici e a lei, per togliersela di torno offrì onori e soldi…Che ovviamente rifiutò mentre seguitava  a combattere… Sembrava invincibile, ma solo per i nemici, non per gli amici..  A Compiègne, dopo una battaglia campale… Non rientrò in città. Le sbarrarono le porte in faccia mentre si avvicinava inseguita dai nemici…  La catturarono i  Borgognoni, alleati agli inglesi a cui la vendettero per una bella cifra … Carlo la fece riabilitare  venti anni dopo che l’avevano arsa viva, dopo un processo farsa… Ne andava anche della sua dignità! In giro si mormorava che era stato salvato e incoronato da una strega eretica…

 Troppo insolita la sua vita, troppo ingrati i suoi amici, troppo ingiusta  la sua morte…  Giovanna d’Arco  è rimasta una presenza vivissima e attuale… Mito reincarnato, dalle  mille immagini  perché lei è storia, politica, religione, tutto insomma in una persona  che continua a far discutere. L’800  forse fu il suo periodo d’oro in Teatro… Se ne vollero occupare i migliori  da Shiller  a Berbard Shaw,  da Verdi a Tchajkovskji  e anccora Brecht nel 1900… Il cinema addirittura è impazzito… Dalla fine dell”800 a oggi ci sono più di 100 film… dai fratelli Lumiere a Melier, da De Mille a Dreyser,  da Roberto Rossellini ai giapponesi.

 Nessun arma fu esclusa durante la “Guerra dei cento anni”, anzi quella fu una delle più grandi occasioni storiche  per riformare gli eserciti e testare nuove  armi … Ma, fra le tante con cui  francesi e inglesi si sfidarono, ce n’è stata qualcuna che vale la pena di ricordare perché meno cruenta … Tanto da riuscire a gettare  una  sia pur piccola luce di sollievo divertito su quei tempi oscuri … Incredibile a dirsi, ma quell’arma  è la “Zuppa Inglese”, il dolce coloratissimo che in molti dicono  sia stato inventato appunto dai  francesi, che  la fecero  soffice e morbida  chiamandola  “Zuppa Inglese” per schernire gli avversari  accusandoli di scarso valore e poca forza virile… Anche se non ci sono conferme nella cucina ufficiale e ciò non desta meraviglia dato che  era nata in zona di guerra, ci sono tuttavia alcuni scritti dell’epoca che avvalorano questa storia oltre al fatto che Alchermes e Rosolio, i liquori tipici della Zuppa inglese all’epoca erano ben  noti. Ovviamente trattandosi di un dolce così antico e così diffuso – era ad esempio uno dei dolci più amati presso la Corte Estense a Ferrara –  le varianti si sono succedute nel corso dei secoli e quello che compare nei testi odierni è una versione molto vicina alle ricette ottocentesche.

ZUPPA INGLESE

INGREDIENTI per 4 – 5 persone: 200 grammi di Pan di Spagna, 150 ml di liquore alchermes, 125 grammi di zucchero, 5 tuorli d’uovo, 50 grammi di maizena, 500 ml di latte, 1 stecca di vaniglia,  50 grammi di cacao amaro più   scagliette di cioccolato fondente  per il decoro per il decoro,  acqua 150 ml, qualche fragola opzionale.

PREPARAZIONE:  Iniziate preparando la crema pasticcera. Fate sobbollire una stecca di vaniglia nel latte per 5 minuti e poi estraetela dal pentolino. In una terrina mescolate i tuorli con lo zucchero  e la maizena e usate  la frusta elettrica  per ottenere una crema molto liscia e omogenea. Aggiungete il latte tiepido a filo, mescolate bene e poi versate in una casseruola con il fondo spesso. Ponete sul fuoco a fiamma bassa e cuocete per 10 minuti mescolando per non creare grumi. Quando la crema inizia ad addensarsi toglietela dal fuoco e seguitate a mescolare con un cucchiaio di legno. Dividete la crema in due parti uguali e in una delle due incorporate un po’ per volta il cacao amaro facendo attenzione a non creare grumi. Riempite un sac  à poche con la crema chiara e un altro con la crema al cioccolato. Miscelate l’alchermes con l’acqua e bagnatevi il Pan di Spagna diviso in  parti. Formate un primo strato di Pan di Spagna che potrete porre o in una pirofila trasparente in modo che di profilo appaiano i colori stratificati o in coppette di vetro singole. Ponete sul Pan di Spagna uno strato di crema pasticcera chiara, su cui appoggere un altro strato di Pan di Spagna  seguito dalla crema pasticcera al cioccolato.  Terminati gli ingredienti decorate con le scagliette di cioccolato  o con ciuffetti di crema chiara o anche pezzetti di fragole a piacere. ( Attenzione: per la preparazione del Pan di Spagna, cliccate qui)

 

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