John Le Carrè, la spia e il cornish pastry!

David Cornwell   si divertiva con il suo doppio lavoro.. Anche  se qualche volta doveva fare  qualche acrobazia… Appena entrato in diplomazia l’avevano subito spedito a Bonn, Secondo segretario dell’Ambasciata Inglese…  Si sa,  attorno alle ambasciate spesso  fiorisce un’aria misteriosa di spionaggio, di avventure, di servizi segreti  a cui il giovane funzionario non era rimasto  insensibile… E a quel mondo si era ispirato per cominciare a scrivere  i suoi romanzi… una specie di scrittore della domenica  e senza molta fiducia nelle sue fortune letterarie… Quel giorno si trovava a Londra per caso… aveva accompagnato dei funzionari tedeschi in visita a esponenti del Governo Britannico…  Nel frattempo il suo agente    gli aveva procurato, quasi a sorpresa, un incontro con Martin Ritt… diceva che al famoso regista  interessava il suo romanzo… David Cornwell era incredulo… non era nemmeno stampato quel romanzo… Comunque ora stava correndo verso la sala da pranzo del Connaught Hotel… era riuscito a svignarsela da quel terribile impegno ufficiale… Ma il tempo per cambiarsi non  c’era stato e adesso stava varcando la soglia  con la sua giacca nera stretta, il panciotto nero, una cravatta argentata e i pantaloni a righe nere e grigie.. “Ma perché si è vestito come un Maitre d’hotel?”  fu la domanda sbalordita del  regista…  Lui nonostante le rigide regole di quel sofisticato  locale indossava  una camicia nera da rivoluzionario abbottonata fino al collo,  un paio di pantaloni larghi con l’elastico in vita, stretti alle caviglie e un basco in testa con la punta in sù… John Le Carrè ancora arrossisce quando ripensa a quel primo incontro… Ma nonostante tutto il film si fece  ed era “La spia che venne dal freddo” con un interprete eccezionale come Richard Burton…

Non era passato molto tempo da quella sera  quando  Le Carrè  si trovò a  fare  lo scrittore a tempo pieno… In effetti quello che ogni tanto si dice delle ambasciate qualche volta è vero… il suo nome era finito in una lista di agenti del controspionaggio inglese  che i  sovietici stavano ora esaminando con molta attenzione… David Cornwell come diplomatico e come agente era bruciato…

Certo che neanche nelle più pazzesche fantasie dei suoi romanzi avrebbe potuto immaginare una cosa simile… Era finito nel più grave di tutti gli scandali che mai si era abbattuto sul servizio segreto britannico… Avevano appena scoperto l’anello più importante di  una rete di agenti doppi  alle dipendenze del KGB sovietico… Quelli  che passeranno alla storia come i “Cambridge Five.”… Perché proprio all’Università di Cambridge si erano conosciuti!  John Caincross,  Anthony Blunt, Donald McLean, Kim Philby e Guy Burgess appartenevano alle classi   alte……  E non presero mai soldi dall’Unione Sovietica… Eccezion  fatta per Caincross che sembra una volta abbia avuto bisogno di soldi per pagare il dentista… Per  tutti fu ideologia o l’opposizione  al fascismo, che serpeggiava  anche nella democratica Inghilterra degli anni ’30…L’unico che avrebbe potuto spiegarlo, perché  non fuggì all’estero, Blunt,  fu abbastanza vago quando ne parlò “L’atmosfera era così eccitante e intensa, il nostro impegno, l’entusiasmo per ogni attività antifascista era così totale che io trovai naturale avvicinarmi al partito comunista”  Cominciò tutto dunque  a  metà degli anni ’30, ma  i peggiori guai  arrivarono con la “guerra fredda” che spaccò il mondo in due blocchi… Segreti militari, informazioni di ogni genere…  i Cambridge Five erano tutti in posti strategici…Mc Lean, all’ambasciata britannica di Washington, aveva accesso all’Atomic Energy Commission e altro che coniugi Rosenberg! Buona parte dei segreti della bomba atomica li passò lui… Guy Burgess  vanificò l’Information Research Center  che doveva  contrastare la propaganda sovietica, Caincross lavorava al Foreign Office, Blunt  per la verità dopo la guerra si occupava di arte  ed  era il più insospettabile… e anche il più intoccabile, perché si occupava dei beni artistici della Regina… Philby  lavorava nel M16  e si era specializzato a distruggere le reti spionistiche inglesi all’estero. A metà degli anni 50 il gruppo si era più che dimezzato… Scoperti, Burgess, McLeon e Caincross fuggirono… Ma  Blunt e Philby   se la cavarono .

Fu nel 1963 che anche per Philby arrivò la resa dei conti, ma prima che lo potessero arrestare era già nell’Unione sovietica, dove  per molto tempo lo trattarono piuttosto male, togliendogli persino il grado di Colonnello che si era guadagnato in tutti quegli anni di spionaggio..

L’uscita di Le Carrè  dai servizi era stata dunque inevitabile, una volta scoperto il suo nome e la sua attività… Ma c’è da dire che se non fosse stato per Kim Philby, non avremmo mai avuto  “La Talpa” e gli altri romanzi che compongono la “Trilogia di Smiley”,” l’Onorevole scolaro” e  “Tutti gli uomini di Smiley”…  George Smiley è  l’antieroe per eccellenza, l’ uomo solo, un po’ disordinato, lento nel passo e con un inizio di pinguedine…  Ma  un cacciatore di spie come non ce ne sono altri, che costringe  l’ M16 a richiamarlo in servizio perché solo lui è capace di cogliere ogni più piccolo indizio e rielaborarlo fino a scoprire il suo Philby… Che nel romanzo si chiama Gerald, e come la vera spia occupa una posizione chiave  e sembra l’ultimo dei sospettabili…Ma  Smiley riuscirà a smascherarlo nel momento stesso che scoprirà dolorosamente il tradimento di sua moglie. Ce  ne è voluto di coraggio a costruire  una figura simile di uomo qualunque  quando imperava  oo7 con il corpo scolpito, i successi, le donne e la vita facile… Eppure Smiley fu un personaggio eccezionale perché non c’era solo l’autore a identificarsi in George Smiley, ma tutti coloro che si sentivano un pò sconfitti e facevano fatica a vivere. Il cinema  si era già appropriato di “Chiamata per il morto” e “Lo specchio delle Spie”. Alec Guiness in televisione  si identificò talmente con Smiley  da sorprendere perfino Le Carrè…  Aveva capito anche le sfumature del personaggio che erano sfuggite al suo autore… Poi diventò difficile tenere a mente tutte le opere di le Carrè che diventarono film… La Tamburina, Il Sarto di Panama, The Constant Gardner… Perfino Sean Connery, che una volta era stato OO7,  il contrappunto di Smiley, si sentì onorato di partecipare a “La Casa Russia”, un altro dei film  tratti da un romanzo di Le Carrè! Di recente anche “La Talpa” è diventato un film… Tre nomination agli Oscar … E un gran successo di botteghino e di pubblico.

E il vero Philby? Finì i suoi giorni in Russia, ma era alcolizzato e condusse una vita grama. Solo verso il finire della sua vita lo rivalutarono… Quando morì poi gli fecero anche un funerale di Stato e un francobollo… Forse Philby lo sapeva che l’Unione Sovietica non sarebbe stato il Paradiso, perché scappò il più tardi possibile proprio quando  non poteva più restare in Occidente.

Blunt tutto sommato se l’era cavata meglio di tutti. Quando nel 1964 scoprirono la sua attività lui aveva una fama così grande come critico d’arte a livello internazionale che preferirono non fare scandali… Anche perché era stato così vicino alla Regina mentre le curava religiosamente il suo patrimonio artistico… Si disse pure che aveva in mano documenti compromettenti sulle simpatie un po’ naziste dell’ex re Edoardo… Forse era meglio mettere tutto a tacere…  Ma la Thatcher, signora di ferro, dritta come un fuso, 15 anni dopo, di tutti quei silenzi non ne volle sapere e lo  denunciò all’opinione pubblica… Fu forse la peggiore amarezza per  Blunt … Morì qualche anno dopo ma non si fece mai un giorno di carcere.

John Le Carrè è uomo di storie inesauribili, però dopo  la fine della Gerra Fredda sembra che non voglia più ricordare quegli anni…  Ma chissà che un giorno non si decida a parlarci di Anthony Blunt, forse la figura più ambigua e più interessante di tutti e 5 le spie di Cambridge!

  Le Carrè nella saga di Smiley non parla dei suoi pranzi, ma  è fin troppo ovvio che George, così solo e poco pratico delle cose di tutti i giorni, andasse  a mangiare in qualche tavola calda o in qualche birreria di Londra dove  fra i cibi pronti non manca mai un piatto della più consolidata tradizione inglese:

 CORNISH PASTRY

INGREDIENTI per 4 persone

PER LA PASTA: 225 grammi di farina, 100 grammi di burro, acqua q.b.,un pizzico di sale.

PER IL RIPIENO: 1 patata tagliata a cubetti, 1 cipolla tritata, 250 grammi di controfiletto di manzo, tagliato a cubetti di un centimetro.

PREPARAZIONE: preparate la pasta mettendo la farina in una ciotola,aggiungendo il burro tagliato a pezzetti e il sale. Mescolate bene con le mani amalgamando burro e farina come a formare delle briciole di pane. Aggiungete l’acqua,circa due cucchiai e impastate il tutto con una spatola di metallo,sin quando la pasta non sia abbastanza soda. Fatene una palla e fatela riposare in frigo per circa mezz’ora. Passato questo tempo mettetela su una spianatora, dividetela in quattro pezzi che stenderete sino a raggiungere per ciascuno l’altezza di circa 1/2 cm. Ogni cerchio dovrà avere un diametro di circa 16 cm. al centro dei quali metterete qualche cucchiaiata di carne, la cipolla tritata e la patata a cubetti. Bagnate con un pò d’acqua i bordi della pasta e uniteli in modo da formare delle mezze lune a cui schiaccerete bene il bordo aiutandovi con una forchetta. Appoggiate le pastries su una teglia e fatele cuocere in forno caldo a 190°C per circa 40 minuti. Si mangiano sia calde che fredde.

Un Haggis per 007!

Una vita da saltimbanco dove, fra un balzo e l’altro, si nascondono contraddizioni e zone d’ombra. Come mai il figlio undicenne di un rude camionista, a Fountainbridge, un degradato sobborgo operaio degli anni ’40, va… E in piena guerra, a prendere lezioni di danza classica? E cosa è successo a quello stesso ragazzo se a 15 anni  abbandona la scuola e si arruola nella marina inglese? Irrequietezza, disagio, avventura?  Non provatelo a chiedere a Sean Connery! Lui  al massimo vi regalerà un signorile, ironico sorriso. Se si era fatto marinaio per scappare dalla tetra e fumosa Fountainbridge, la nostalgia e il rimpianto devono essere arrivati subito dopo, fra il melting pot etnico della ciurma… Quando è il momento del tatuaggio, obbligatorio per un marinaio, come Braccio di Ferro insegna, lui si farà scrivere addosso “Mom & Dad” e “Scotland Forever!” Ma di sicuro aveva qualcosa che se lo consumava dentro senza dargli pace, se a 20 anni lo mandano in congedo. Gli era venuta l’ ulcera gastrica.

La marina era stato in ogni caso un porto tranquillo…Invece adesso  Connery deve fare i conti con quel poco che si offre a un ragazzo senza studi e senza qualifica. Si improvvisa in quello che capita e i suoi biografi non devono fare sforzi per dare un po’ di colore ai suoi anni giovanili… Muratore, lavapiatti, bagnino e verniciatore di casse da morto…  Chissà per quali vie sarà poi riuscito a fare il modello… Il fisico ce l’aveva tutto e avrà pensato fra di sé’ “Sfruttiamo il momento che fra un po’ sarò completamente calvo” e invece si sbagliava e i momenti si moltiplicano… Al prestigioso “Edimburgh Art College” posa nudo per gli allievi dei corsi di disegno e di scultura e quando ha 23 anni arriva  terzo al concorso di Mister Universo. Ormai un futuro comincia ad averlo….Teatro.. e fa la comparsa nel musical “South Pacific”… Lo prendono subito quando sanno che ha fatto ii marinaio ! Cinema e Televisione, piccole parti ma il lavoro c’è e qualche volta lo notano!  E’ il 1958 quando lavora con Lana Turner in “Another Time, Anhoter Place”,  anche se muore appena 15 minuti dopo  l’inizio del film…

Il successo, veramente poco annunciato, arriva nei primi anni 60 ! L’avevano già scartato quando lo ripescano per la parte dell’agente segreto…  e Jan Fleming  proprio non lo voleva… Avrebbe preferito Cary Grant che rifiutò perchè a 58 anni non se la sentiva più di saltare su un aereo in corsa!

Ma Sean Connery si mostrò perfetto… Stile e classe che sembrava uscito dal West End anziché dai sobborghi di Edimburgo… E poi freddo, ironico, seducente. Un fisico tutto body building e quello sguardo che faceva disperare le donne…  Per la testa un pò calva fu necessario un toupet…  Ma il mondo non lo sapeva!  ” Il mio nome è Bond… James Bond” diceva, ma ormai era superfluo!  “007 Licenza di uccidere ” esplode con tutti gli archetipi che accompagneranno Bond  nei suoi 50 anni a venire… il James Bond Theme, la sequenza gunbarrel … con la canna della pistola dentro cui Bond salta, si gira in volo e spara…Gli irriducibili cattivi e gli enormi scagnozzi che sembrano scesi da un circo equestre… lo Champagne… il Martini. Subito dopo “Dalla Russia con amore” lancia la valigetta col fucile smontato e 50 sovrane, la Bentley col telefono e la bellissima Daniela Bianchi spia pentita che non resiste a Bond… E quale donna avrebbe potuto farlo.?  E’ forse il miglior film di 007 … Invenzioni, brio, risvolti ironici…  Ma il terzo film “Missione Goldfinger” se  riesce a salvare Fort Knox fa scoppiare il mondo… Di isterica passione … E la “bondmania” diventa un caso  di studio… Solo lui Sean Connery è già stanco… Ha provato a evadere almeno per un pò… L’ha chiamato Hitchcock  per “Marnie” e ha dimostrato, più che altro a se stesso, che sa recitare… Perchè agli altri poco importa… Basta che sia ancora e sempre Bond…  Lui invece è pronto a lanciarsi nel vuoto, così come aveva fatto a 15 anni… Quando era entrato in marina… Ora si sente soffocare, si annoia e non sa se riuscirà più a venir fuori da quell’invadente personaggio più grande di lui… Altri tre film e un altro un po’ spurio, ma  oramai uno ogni tanto, per fortuna e ce la farà. Ma il mondo però è orfano… Dopo nessuno sarà più come lui… Belli, scialbi, terribilmente piatti gli altri  007, qualcuno persino un po’ ridicolo come Roger Moore  che quando arriva a fare James Bond è già appesantito, statico e non ha un briciolo di ironia… Non ci riesce bene nemmeno Daniel Craig che pure è bravo e ha un personaggio più drammatico, che forse meglio si presta…

Sean Connery ormai dopo gli anni 70 ritrova intera la sua incredibile seconda vita e del resto lo sapeva, che si vive sempre due volte… A testa alta e senza parrucchino su quella fronte  ormai  davvero calva diventa il vero oggetto del desiderio di milioni di donne… Più bello, più sensuale, più tutto… dicono entusiaste le sue nuove e vecchie fans! E avrà quasi 60 anni quando sarà dichiarato “L’uomo più sexy del mondo”.

Gira film a ripetizione, quasi senza fermarsi mai. Pare che non riesca più a smettere di voler dimostrare a se stesso e agli altri che il suo nome non è Bond… E ironia del destino quando riesce a prendere un Oscar non è nemmeno il protagonista de “Gli intoccabili”, ma “solo” Jimmy Malone, la mirabile figura del poliziotto esperto, ironico, pieno di coraggio che non riesce però a sfuggire l’ultimo destino. Quando diventa il padre di Indiana Jones non ha davvero paura a sembrare ormai un po’ anziano, tanto ha quel fisico che passa indenne, atletico e vigoroso attraverso gli anni…  E il suo personaggio  di studioso appartato che capita in un mondo bollente, senza rinunciare al cappello in testa, ci fa a tratti venire in mente l’incredibile serietà di Buster Keaton. 

Forse il personaggio più bello rimane Guglielmo di Baskerville, una eccentrica figura di frate investigatore ante litteram, con cui il suo ideatore, Umberto Eco volle giocare con Arthur Conan Doyle, Borges e Sherlock Holmes. Sean Connery  ancora una volta è perfettamente a suo agio nell’ ingombrante saio francescano in un mondo dalle cupe atmosfere, dove il mistero e il delitto  sembrano non dover mai finire, irretiti in labirinto dove una biblioteca stregata nasconde i suoi terribili segreti. Ancora una volta Sean Connery  è l’eroe, un eroe cui l’unica forza è l’intelligenza… che riduce il mistero a realtà usando proprio, come un moderno detective, astuzia e deduzione…

Quanta acqua è passata sotto i ponti, quanti film… uno dopo l’altro, uno diverso dall’altro… Eppure a ben vedere qualcosa di 007 non lo ha mai lasciato… A volte è il sorriso, così ironico, così beffardo, a volte l’audacia o la lotta del bene che non finisce mai di combattere il male… Dappertutto Sean Connery è rimasto l’eroe ! Dice che ora non vuole più film, la vita, ha scoperto che è bella, più della finzione.  Ma intanto si tiene stretto un sogno come se fosse l’ultima crociata. Ha promesso che tornerà in Scozia, da cui se ne è andato tanti anni fa in uno dei suoi colpi di testa, esule di gran lusso in giro per il mondo…  Perchè lui, fervente scozzese, non voleva pagare le tasse all’Inghilterra. Ma aspetta il 2014 e il giorno del referendum… Se sarà indipendenza varcherà terre e mari  e tornerà a Fountainbridge, sobborgo di Edimburgo! Naturalmente su un cavallo bianco!

E allora Viva la Scozia, la patria di Sean Connery, un irriducibile eroe dei nostri tempi, al quale dedichiamo uno dei suoi piatti nazionali… Il piatto di festa, quello che si prepara il giorno della nascita di Robert Burns il grande poeta per il quale  suonano le cornamuse, si recitano le poesie e si mangia l’Haggis…

HAGGIS

INGREDIENTI per 6 persone:  uno stomaco di pecora, 1 cuore e 1 polmone di agnello, 450 grammi di carne di manzo tritata, 2 cipolle, 225 grammi di avena, 1 cucchiaio di sale,  1 cucchiaio di pepe nero, 1 cucchiaio di noce moscata, acqua q.b., brodo di carne eventuale.

PREPARAZIONE: lavare,scottare, rivoltare e mettere a bagno in acqua fredda e salata lo stomaco di pecora per una notte. Tritare finemente le cipolle e lavare accuratamente le interiora di agnello. Mettere poi a bollire per circa due ore le interiora tritate finemente assieme alla carne di manzo anch’essa tritata, poi  filtrare il tutto e mettere  da parte. In una ciotola mescolare il trito con le cipolle l’avena e tutte le spezie  amalgamando bene  sino ad avere un composto omogeneo al quale aggiungere un po’ di brodo se fosse troppo denso, col quale riempire lo stomaco a metà perchè altrimenti in cottura potrebbe scoppiare. Chiudere lo stomaco cucendolo con filo forte bianco, e versare in una pentola capiente quando l’acqua bolle. Cuocere per circa 3 ore senza coperchio seguitando ad aggiungere acqua calda quando si consuma.

Presentare in tavola tagliato a metà e contornato di  purè di rape e di patate o altre verdure lesse.