Dobos… Una torta dall’ Ungheria, per il giramondo Robert Capa !

Nel 1920  c’era già  clima di restaurazione. Una monarchia delegittimata  tornava  a sedere sul trono d’Ungheria e il Governo provvisorio era guidato dal conservatoreo Horthy…  E poichè spesso niente è più duraturo del provvisorio, lui   ebbe molto tempo per  imprimere il pugno  della   reazione contro tutti quelli che   si impegnavano per un’ impossibile democrazia. Rischiò di cadere nella trappola un giovane di sinistra, di origini ebree che trovò opportuno rifugiarsi in  in fretta a Berlino. Sperava di poter scrivere, ma trovò  da fare solo il fattorino per un’agenzia fotografica… Qualcuno si accorse che era dotato e cominciarono ad affidargli qualche servizio… Una volta lo mandarono anche all’estero… Ma mentre   Endre Ernő Friedmann affrontava il suo noviziato, l’ascesa di Hitler era diventata irresistibile…

Iniziato così male quel funesto anno 1933,  Il giovane Friedmann scappò a Parigi…  La vita degli esuli e dei fuggitivi raramente è facile, per lui fu difficile fare il lavoro free lance…  Ma Parigi almeno un pò di magia, in fondo non la fa mancare a nessuno,  e a lui  fece incontrare l’amore… Una giovane fotoreporter anche lei in fuga dalla Germania… Una vampata d’amore, giovane, allegra e spensierata..Ma un  sentimento così  forte che,  quando lui morì, più di20 anni dopo nel portafogli   aveva ancora la foto di quella  scatenata, bellissima ragazza che era passata nella sua vita come una meteora. Visto che il lavoro non arrivava fu lei, Gerda Taro  a convincerlo a inviare ai giornali, le foto di Friedmann,  facendole passare per quelle di un fantomatico e famoso  fotografo…  Robert Capa, nome un pò esotico e un po’più comprensibile, che provocò una favorevole  assonanza con il nome del famoso regista Frank Capra…

Quando scoppiò la guerra di Spagna partirono insieme con la voglia di documentare il riscatto della Repubblica…E un modo nuovo di rappresentare la guerra… Raramente una guerra era stata prima documentata nelle sue mille sfaccettature e così dal centro della linea di fuoco. Lavoravano fianco a fianco, insoliti reporter di guerra che prendevano immagini doppie, dai loro  rispettivi punti di vista, con l’occhio  sempre più attento e partecipe alla disperazione del popolo, al pianto di un bambino, alle madri in fuga.. Nel 1936, Capa diviene famoso in tutto il mondo per la  foto  del soldato colpito a morte da un proiettile  franchista. . . Fu pubblicata,  sulla rivista VU, poi su Life, sulPicture Post e poi migliaia di altre volte. Il soldato  in primo piano    che cade col le braccia spalancate e il fucile ancora in mano, fa capire a quale distanza ravvicinata dalla battaglia  fosse Robert Capa mentre scattava… Provarono a contestargli la foto, parlarono di scena preparata ad  arte e lui rispose amaramente “Per scattare foto in Spagna non servono trucchi, non occorre mettere in posa. Le immagini sono lì, basta scattarle. La miglior foto, la miglior propaganda, è la verità.”

Lei era nota fra i soldati … aveva una bellezza e una  simpatia che non  passavano  inosservate… E se la ritrovavano sempre in prima linea … Quello della battaglia di Brunette fu per lei un reportage eccezionale… Fotografò  tutto dal principio alla fine.  Pareva che i repubblicani potessero vincere …E poi invece dovettero scappare sotto il fuoco di un bombardamento eccezionale…. Gerda era sul predellino di un ‘auto, un carro armato nel fare retromarcia la fece a pezzi… Capa quei giorni  era a Parigi a portare foto alle Agenzie…

Nel 1938 alcuni tra i loro scatti più commoventi furono riuniti nel volume “Death in the Making”… Lui l ‘avrebbe voluta sposare e questa  fu invece l’unica cosa…

Da quel momento fu senza pace e prese a rincorrere le guerre… Che  allora non mancavano… Andò a cercare il conflitto Cino Giapponese… Quel preludio di seconda guerra mondiale…  Ma tornò in Spagna per fotografare la disperazione della resa di Barcellona… Poi, quando arrivò il 1939 scappo’ dall’Europa… Hitler avanzava e lui non aveva più spazi per sfuggirlo. Molte  foto   della Guerra civile spagnola forse le lasciò a Parigi,comunque sembravano perse per sempre e invece  riemersero come  nella soluzione di un intrigo internazionale a Città del Messico in quella che é diventata la leggendaria “Valigia Messicana” nello stesso ordine in cui le aveva riposte Capa.

La seconda guerra mondiale … Niente sembrava fermarlo. Veniva dalla Tunisia e sulla Sicilia  discese in paracadute, ma finì su un albero e ci restò una notte e un giorno…  Ma il  reportage dello   sbarco Anglo – Americano i fu eccezionale  Dalla Sicilia  comincerà ascrivere   “Slightly out of focus”  il suo diario di guerra dal 1942 al 1945…Una soggettiva incisiva per raccontare il vuoto e l’angoscia dei combattimenti… Non amava la guerra, ma  non poteva nemmeno a starne lontano…«Eravamo alla periferia di Palermo…   La jeep che mi ospitava, seguiva i primi carri della seconda divisione corazzata… La strada era fiancheggiata da decine di migliaia di siciliani in delirio che agitavano fazzoletti bianchi e bandiere americane fatte in casa con poche stelle e troppe strisce. Avevano tutti un cugino a “Brook-a-leen” … A Troina, nell’interno dell’isola  scatterà una delle foto più famose della guerra… Il vecchio contadino che indica col bastone  la strada al soldato americano accovacciato. Lui sa che sta facendo buone, semplici foto, ma il dolore   non gli dà tregua.. “Ci eravamo distesi per terra nella piccola piazza del paese, di fronte alla chiesa, stanchi e disgustati. Pensavo che non avesse alcun senso questo combattere, morire e fare foto”… Ma seguiterà lo stesso a risalire l’Europa sino allo sbarco in Normandia, uno dei più sanguinari e martoriati episodi della guerra dove i soldati per ore vennero falcidiati appena arrivavano sulla spiaggia… Lui  scende dal mezzo anfibio con l’acqua alle ginocchia traballando  squilibrato sotto il  peso delle macchine fotografiche e in quell’inferno riesce a scattare più di 100 foto che poi corre a  consegnarle a un motociclista  già pronto che le porterà a stampare… Se ne salveranno solo 11 di quello che fu uno dei momenti più drammatici e cruenti del secolo… Sbagliano l’essicatura dei negativi e le  poche salvate, sono fuori fuoco… Cercheranno di difendersi … Al fotografo tremavano le mani per la paura… Anche se la verità venne subito fuori avevano distrutto uno dei più importanti documenti della storia.

Parigi nel primo dopoguerra sembra, nonostante tutto, il ritorno al Paradiso. All’hotel Ritz  c’è quella bellissima attrice che è venuta a portare conforto alle truppe … Quando torna in America, Ingrid Bergman si trascina dietro Robert Capa… Ha una piccola bambina, ma  è pronta a lasciare il marito… e sul set di Notorius  cerca di convincere Capa a fermarsi, lavorare in un Agenzia a Hollywood, sposarsi… Hitchcock  osserva divertito  e sornione quello strano “dietro le quinte…”  Li riproporrà entrambi come  interpreti de “La finestra sul cortile”… Ma se il finale del film rimane un po’ dubbioso, la scelta di Capa è chiarissima…La bella attrice non ha niente del fascino scapigliato e  generoso  di Gerda e la vita  in un’ Agenzia  lo fa solo ridere… Piuttosto se ne andrà  in Turchia… e poi col suo amico John Steinbeck in Russia… faranno un bellissimo lavoro su quel pianeta contadino ancora sconosciuto ai più…

Temerario e senza paura lo era sempre stato…  In Indocina nel 1954, di ritorno ad Hanoi,  dopo una missione riuscita al seguito delle truppe francesi, si allontanò dal gruppo e salì su un terrapieno…  Voleva fotografare una colonna in avanzamento sulla radura. Non poteva sapere che stava poggiando i piedi sopra una mina… Si salvò poco a parte quella foto di Gerda…

Girò tutto il mondo e non si fermò a lungo da nessuna parte…In fondo l’unica patria che ebbe fu l’Ungheria da dove forse non si sarebbe mai mosso senza quell’opprimente regime… Buon ritornoa casa Robert Capa, con la rorta più famosa di Budaperst che faceva impazzire anche l la principessa Sissi che ne era  così ghiotta che spesso lasciava in gran segreto il Palazzo Reale di Buda ed entrava tutta trafelata al Caffè Ruszwurm..

 TORTA DOBOSTorta-Dobos

INGREDIENTI per circa 12 persone:

Per i dischi di pasta:

 350 gr. tuorli d’uovo
235 gr. di zucchero
10 ml estratto di vaniglia
350 gr. farina 00
525 gr. albumi d’uovo
7 gr. sale
175 gr. zucchero semolato

Per lo sciroppo :

500 gr. di zucchero
500 gr. di acqua
la buccia di un’arancia ed un limone
100 gr. di rum scuro

Per la crema di burro al cioccolato:

500 gr. zucchero
250 gr. albumi
750 gr. burro in pezzi, ammorbidito
10 ml. estratto di vaniglia
300 gr. di cioccolato fondente

Decorazioni in caramello e altro

500 gr. zucchero
190 gr. acqua
1 pizzico di cremore di tartaro, 30 grammi di mandorle tritate

PREPARAZIONE DELLE TEGLIE:

Dovrete ricavare,secondo le modalità appresso specificate 9  dischi di pasta. Ogni   disco sara’ cotto direttamente su placche  da forno del diametro di circa 20 cm, rivestiti  di fogli di carta da forno ricavati da un rotolo, di  un diametro leggermente inferiore della placca
Ungete leggermente la parte centrale di ogni placca, poggiarci sopra uno dei fogli preparati,
Ungere leggermente anche l’interno del cerchio
Preparare tante teglie quante il forno puo’  accoglierne e ripetete l’operazione per quante volte è necessario.

PREPARAZIONE DELLO SCIROPPO
Unire lo zucchero, l’acqua e le bucce di arancia e limone e portare ad ebollizione. Far bollire per qualche minuto. Lasciar raffreddare ed aggiungere il rum

PREPARAZIONE DEI DISCHI DI PASTA
Pre-riscaldare il fondo a 190º
Misurare accuratamente gli ingredienti.
Unite i tuorli d’uovo e lo zucchero in una ciotola di metallo, posta al di sopra di una pentola contente acqua in ebollizione. Mescolare velocemente con una frusta fino a quando la temperatura del composto raggiunge 43ºC.
Trasferire la pentola e la ciotola sul piano di lavoro, battete il composto con una frusta elettrica fino diventi soffice e di   colore giallo pallido.  Si consiglia il procedimento a  caldo,  per ottenere un  composto più spumoso.
Aggiungete alle uova l’estratto di vaniglia, amalgamandolo al composto con un cucchiaio di legno.
Incorporate la farina setacciata, mescolando delicatamente con un cucchiaio di legno  senza   “sgonfiare” la spuma.  In una ciotola di metallo  montate gli albumi col sale a neve ferma e aggiungete lo zucchero poco alla volta, continuando a montare per ottenere un compostolucida e compatta. Incorporate ¼ dell’albume al composto precedente, utilizzando preferibilmente un cucchiaio di legno, con un movimento circolare dal fondo della ciotola verso l’alto. Il composto risultera’ notevolmente ammorbidito.
Incorporate gradualmente tutt o l’albume, con lo stessa tecnica e con molta delicatezza.

FORMAZIONE DEI DISCHI
Servendosi di un porzionatore per gelati, depositare 4 porzioni (rase) di impasto al centro di ogni cerchio di carta forno.
Con il dorso del porzionatore, ed un movimento circolare, distribuire l’impasto uniformente fino ad un centimetro dal perimetro tracciato.
Spingete l’impasto fino ai bordi aiutandosi con una spatola.
Livellate delicataente l’impasto con la spatola ed infornare immediatamente sul ripiano centrale del forno.
Formate il secondo disco di pasta
Spostate il primo disco di pasta al ripiano inferiore del forno
Infornate il secondo disco sul ripiano centrale
Formae il terzo disco di pasta
Spostate il primo disco di pasta sul ripiano superiore del forno e il secondo disco sul ripiano inferiore del forno.
Infornate il terzo disco sul ripiano centrale del forno.
Ripetete la sequenza di cottura per tutti i dischi di pasta ottenuti.
Considerata la temperatura del forno e lo spessore dei dischi, la cottura e’ piuttosto veloce (6 minuti circa) ed e’ necessario controllare con attenzione.
Mano mano che i dischi son pronti poggiateli l’uno sull’altro e farli raffreddare.

PREPARAZIONE DELLA CREMA DI BURRO AL CIOCCOLATO
 
Versate gli albumi e lo zucchero nella ciotola di metallo del mixer e ponrtela su una pentola con acqua in ebollizione a fiamma media.
Mescolate continuamente con una frusta fino a che il composto raggiunga 70ºC
Rimuovete la ciotola dal fuoco e posizionatela nel mixer
Battete a velocita’ media con l’accessorio frusta, montando a neve ferma ma non asciutta
Gradualmente aggiungete lo zucchero, continuando a montare, fino a completo raffreddamento del composto. La meringa, dovra’ risultare gonfia, lucida e mantenere la forma se lasciata cadere da un cucchiaio. Se necessario porre per alcuni minuti in frigo.
Aggiungete il burro, qualche pezzetto per volta, fino ad incorporarlo tutto.
Aggiungete il cioccolato fuso e la vaniglia ed incorporarlo alla crema.
Se dovesse passare molto tempo dalla preparazione della crema alla composizione del dolce, e’ opportuno porrre in frigo la crema e riportarla a temperatura ambiente prima di usarla.

COMPOSIZIONE

Spalmate un po’ di crema su una base di cartone per dolci dello stesso diametro dei dischi di pasta ed adagiarvi il primo disco.
Con un pennello da cucina, intinto nello sciroppo, inumidite il disco di pasta soprattutto lungo il bordo che risulta piu’ asciutto.
Con la tasca da pasticciere ed una punta tonda media, spremete la crema lungo il perimetro del disco
Mettere un paio di cucchiaiate di crema al centro del disco e livellate con un a spatolaSovrapporre il secondo disco e farcire come spiegato prima.
Ripetete il procedimento di farcitura, sovrapponendo 9 dischi di pasta.
Coprite la superfice del dolce con la stessa crema di burro, livellandola con la spatola e lasciando che scenda fuori dal bordo della torta. Sempre con la spatola, spalmare un po’ di crema sui lati della torta, facendo pressione per riempire eventuali spazi fra gli strati

 Se si desidera, si possono rigare i lati utilizzando l’apposito “pettine”
Decorate tutt’attornola base della torta con un nastro di mandorle in scaglie o nocciole tritate.
Trasferire sul piatto di portata e decorare con le formine di caramello

  DECORAZIONI DI CARAMELLO

Versate il caramello preparato come  di seguito sul migliore dei dischi di pasta savoiarda  posto su una graticola o in qualche modo rialzato. Lavorando velocemente, il caramello va spalmato con una spatola coprendo anche i bordi del disco. Prima che si raffreddi completamente, con un coltello a lama lunga bagnato, incidere la superfice caramellata come per dividere la torta in spicchi.  Cuocere lo zucchero con l’acqua a fuoco medio, in un pentolino dal fondo spesso, mescolando continuamente fino a che lo zucchero si sciolga. A quel punto, inserire un termometro e lasciar cuocere senza mai mescolare. Di tanto in tanto “pulire” le pareti del pentolino con un pennello bagnato ma non grondante d’acqua.
Appena lo sciroppo raggiunge 150ºC spegnere la fiamma. Lo sciroppo continuera’ a cuocere per un po’.
Trasferire sul piatto di portata e decorare con le formine di caramello
Per i triangoli che compongono la decorazione della parte superiore, tracciare su un pezzo di cartone, un cerchio delle stesse dimensioni dei dischi di pan di spagna, ritagliarlo e poi dividerlo in 8 spicchi. Rivestire ogni spicchio con foglio d’alluminio.
Per i mezzi anelli laterali, rivestire di foglio di alluminio delle forme concave (in questo caso mezzi tubi di plastica, normalmente usati per tenere in forma fiori di glassa reale fatti con la tasca da pasticciere)
Bagnate un pezzo di carta da cucina con un po’ d’olio ed ungere tutte le forme. Con un pezzo di carta da cucina pulito, ripassare ogni pezzo per eliminare eccessi d’unto.
Preparate il caramello come indicato
Prelevando il caramello a cucchiaiate direttamente dalla pentola, farlo scendere in fili sulle forme preparate, con veloci movimenti di polso. Piu’ distante e’ il cucchiaio dalle forme, piu’ sottili saranno i fili.
Lasciar indurire e poi rimuovetele gentilmente dalle forme, sono piuttosto fragili.

Claudia Cardinale… Angelica e il timballo di anelletti!

Era accaduto  troppo in fretta e probabilmente non si rese ben conto di quello che  le stava capitando! Il concorso di bellezza fu proprio un caso. Si trovava al Consolato Italiano di Tunisi con la madre e la sorella per tutt’altri motivi quando, senza lasciarle troppe scelte, la iscrissero in un istante  al concorso  per ” La più bella italiana di Tunisia” Era un’iniziativa a margine  della “Settimana del Cinema italiano ”  e  lei era così “tipica” che non ci mise  molto  a vincere il primo premio … Un viaggio a Venezia durante la Mostra del Cinema. All’epoca Claudia Cardinale  una ragazza introversa e selvatica  sapeva poco l’italiano…    A  scuola aveva imparato l’arabo e il francese… e a casa, il siciliano  dai nonni… emigrati tanti anni prima.  Così a Venezia si sentì a disagio e fuori posto e non vedeva l’ora di tornarsene a casa sua. Invece anche lì non riuscì a passare inosservata e le proposero di andare a studiare a Roma al Centro Sperimentale di Cinematografia. Aveva ben poche esperienze nel cinema, un  cortometraggio scolastico e una parte secondaria nel film di Jacques Baratier,”  I giorni dell’amore” …  Non pensava che ci sarebbe stato  un seguito.  Ma suo padre accettò per lei … All’inizio era contenta … Si allontanava dalla Tunisia dove c’era l’ uomo di cui  voleva liberarsi…Ma a  Roma  durò poco…  Era sempre più a disagio, con l’italiano e la dizione che non le entravano in testa e dopo pochi mesi tornò a casa… A Tunisi  rimase incinta…Per lei quell’uomo di cui non ha mai voluto rivelare il nome era un’ossessione. Era cominciato con uno stupro… Lei era appena  adolescente… e poi non era riuscita più a  tirarsene fuori.  Adesso era veramente disperata, ma al bambino non volle rinunciare. L’unica soluzione fu  tornare a Roma e lavorare nel cinema… aveva l’offerta della Vides… la potente produzione di Franco Cristaldi…  Lavorò finché non fu evidente… Poi chiese la risoluzione del contratto…Franco Cristaldi invece la mandò a Londra dove nacque Patrick, che ….per contratto divenne il suo fratellino minore. Lo poteva crescere vicino, ma nessuno doveva sapere… nell’Italia ipocrita dell’epoca. La verità verrà fuori solo parecchi anni dopo!  Ma questa non fu l’unica condizione… Lei divenne proprietà di Cristaldi e della Vides. Lui si era innamorato di lei… A modo suo… E le  creò subito attorno una gabbia fatta di addetti stampa, autisti e segretarie che la sorvegliavano… E la  pagava anche poco per il lavoro che faceva… Probabilmente non voleva che diventasse troppo autonoma… Se no forse l’avrebbe lasciato. Un rapporto affettivo e un rapporto di lavoro paranormale…  Claudia  non sembrava troppo fortunata …Non si permise mai di chiamare il produttore per nome… per lei fu senpre Cristaldi … E non abitavano nemmeno assieme così lui era più libero di cercarsi anche altre donne … E tutto questo mentre  a tappe forzate lei diveniva un’attrice di grande successo… anche perchè  Cristaldi era una persona colta e intelligente e la Vides  stava sul mercato con prodotti di qualità nel panorama commerciale e arruffone del cinema italiano del dopo guerra … Così Claudia Cardinale ebbe subito a disposizione i migliori registi.  Monicelli la guida ne”I soliti ignoti”, lei è Carmelina la ragazza sotto chiave  col fratello siciliano…  E nonostante tutti quei big del cast il suo fu un successo personale.

Il primo film importante  è “Un maledetto imbroglio”. Cristaldi fa le cose in grande… Il romanzo di un autore come Gadda e un regista  fra i migliori come Pietro Germi. Per la prima volta Claudia  supera la timidezza. Germi è come lei taciturno e introverso, ma le trasmette la passione per il lavoro e la sicurezza davanti alla macchina da presa… Pasolini, stupito scriverà “Una Cardinale che io mi ricorderò per un pezzo. Quegli occhi che guardano solo con gli angoli accanto al naso, quei capelli neri spettinati… quel viso di umile, di gatta e così selvaggiamente perduta nella tragedia…”

Ormai è lanciata e nel 1960 gira cinque film… Nella visione calvinista della vita e del lavoro che le impone Cristaldi. In mezzo ci sono “Rocco e i suoi fratelli” e il primo incontro con Visconti e “Il Bell’Antonio” dove Mastroianni si innamorò perdutamente di lei. Anche molti anni dopo, quando la cosa non poteva più nuocere, lei smentì il flirt… Mastroianni  si innamorava di tutte le attrici e lei non riuscì  mai a credere al suo amore sincero.  Lo teneva così a distanza che Mauro Bolognini era lì a supplicarla di fargli qualche sorriso ogni tanto…Un grande rapporto quello con Bolognini e 5 film… fra cui  “La Viaccia” dove conosce Jean Paul Belmondo con cui riuscirà ad avere, e c’è da chiedersi come ci sia riuscita, una breve relazione, quando gireranno insieme Cartouche, il film che la renderà famosa in Francia…

Claudia Cardinale and Federico Fellini during the production of FEDERICO FELLINI'S 8 1/2, 1963.L’anno di grazia arriva nel 1963… Cristaldi la fa lavorare al top del top, in un momento in cui il cinema italiano girava al massimo…Sul set del Gattopardo c’è un clima di rara raffinatezza, con Visconti che fra tutti i principi di casa Salina,  si ricorda di essere anche lui un grande aristocratico, si rivolge a Claudia in un elegantissimo francese e la fa diventare ancora più bella e sensuale per il suo ingresso nell’antica nobiltà dell’isola. Angelica è un personaggio di rilevo nella storia del Gattopardo, ma  è  con Claudia che  diventa  la protagonista… Sul set di 8 e 1/2invece regna il caos, la confusione e  e il trash.  Pare la commedia dell’arte col copione che non c’è  e la sceneggiatura che va inventata giorno per giorno… E in tutta quell’anarchia il guizzo del genio di Fellini che alla fine riporta tutto a unità e capolavoro. Claudia non lo dimenticherà più. Lei la ragazza della fonte  per la prima volta parla con la sua voce rauca e dissonante che tutti avevano disprezzato, mentre Fellini la fa sentire giorno dopo giorno la più bella e la più speciale di tutte.

Comencini completa  l’anno splendidissimo con  Mara,”La ragazza di Bube”, per il quale anche stavolta Cristaldi non bada a spese andando a prendere uno dei maggiori successi della letteratura di quegli anni.

C’è da chiedersi perchè Cristaldi a questo punto spedisce la Cardinale in America. Era risaputo che Hollywood acquistava i talenti e poi li soffocava, li metteva da parte, insomma eliminava la concorrenza… Claudia nonostante tutto, negli anni americani ha qualche ottima occasione come “La Pantera Rosa, “I Professionisti” e  “C’era una volta il West,”quasi l’unica donna dei film di Sergio Leone… Ritrova il suo amico Burt Lancaster,  e  si va vedere in giro con Rock Hudson per aiutarlo a nascondere la sua omosessualità e ogni tanto torna per fortuna in Italia. Girerà ancora  con Luchino Visconti “Vaghe stelle dell’Orsa” un insuccesso commerciale, ma un Leone D’oro a Venezia e “Il giorno della Civetta” con Damiano Damiani, un coraggioso film sulla mafia.

Nel 1967 Cristaldi arriva in America e la sposa… un matrimonio che non verrà mai trascritto in Italia, affilia anche Patrick, ma Claudia non gli è grata. Sente tutto come un’ imposizione ,un modo per toglierle ancora più libertà, qualcosa che Cristaldi ha fatto da solo senza nemmeno chiederle se era d’accordo.

Alla fine di quel faticoso decennio Claudia torna in Italia, tutto sembra uguale a se stesso,  lei mantiene il successo e la sua dorata schiavitù…

Ma c’era una bomba a orologeria nel quieto vivere di Claudia  e scoppia fra il 973 e il 1974 quando lei gira un film con un giovane scatenato regista Pasquale Squitieri. Lui è uno che ha già ha avuto un buon successo e quindi può ardire di lavorare con quel mito vivente che è diventata la Cardinale. Squitieri  nasce con gli spaghetti western, ma poi si occupa di temi scottanti come droga e camorra  che è poi il tema del film  “I Guappi” dove scatterà l’amore. Claudia letteralmente scappa dalla sua gabbia  e raggiunge Squitieri in America. Un viaggio on the road  e sarà amore per sempre. Lei  conosce Cristaldi, sa che è freddo e pensa che non l’ha mai amata… solo al massimo usata e posseduta. Pensa che capirà, che la lascerà senza troppe storie… Invece si scatena l’inferno … Inizia la cupa, lunghissima vendetta di Cristaldi che taglierà per anni le gambe a tutti e due. Il primo ordine è per Visconti… Non la deve più chiamare per “L’Innocente.” Claudia quel gesto cattivo se lo ricorderà per sempre… Era l’ultimo film di Luchino e Cristaldi  le  impedì di stare vicino al suo grande maestro, negli ultimi mesi della sua vita. Per diversi anni Claudia non troverà più lavoro… nessuno vuole avere per nemico il potente Cristaldi e  intanto a lei  resta da pagare una cifra enorme al fisco… perché la Vides  non l’ aveva  fatto. Dopo  per fortuna  riuscirà un po’ per volta, con enorme fatica a venirne fuori… La chiamerà Zeffirelli, per una piccola parte e girerà “La Pelle” di Liliana Cavani e “Fitzcarraldo” di Herzog.   Dopo qualche anno  ricomincia  a lavorare con Squitieri… anche lui sta provando a  a riemergere e saranno  film audaci e impegnati come “Claretta” o “Il Prefetto di ferro,” ma saranno film contestati, spesso senza motivo,  dalla critica  che strapazza e distrugge.  Comunque nulla sarà più come prima e alla fine Claudia Cardinale ritroverà se stessa, una nuova casa  e una nuova carriera di attrice in Francia dove saranno felicissimi di averla. Lì farà  anche teatro, ormai libera dalla sua proverbiale timidezza  e girerà altri film, ma quasi nessuno  di essi arriverà in Italia.

Il 15 di aprile Claudia Cardinale compie 75 anni. E’ ancora molto bella e soprattutto molto impegnata. Lavora e gira il mondo come  Ambasciatrice Unesco e fa quello che sente più vicino alla sua storia  travagliata… Difendere in tutto il mondo i diritti delle donne, quei diritti che a lei troppo spesso sono stati negati..

Un piccolo omaggio a Claudia, in ricordo di uno dei suoi film più belli ?  Viene dal Gattopardo e  dal pranzo consumato la sera in cui  Angelica viene presentata  in casa del Principe di Salina…

TIMBALLO DI ANELLETTI

INGREDIENTI per 4 persone: 400 grammi di anelletti siciliani, 350 grammi di carni miste macinate (manzo,vitello,maiale),  4 melanzane grandi a forma allungata e di colore viola scuro, 2 uova sode, 100 grammi di piselli  piccoli, 150 grammi di caciocavallo, 350 grammi di passata di pomodoro, 1 carota, una cipolla, 1 costa di sedano, 100 grammi di pangrattato, 100 grammi di parmigiano, olio extra vergine di oliva q.b., sale e pepe q. b.

PREPARAZIONE: Anche se le melanzane purtroppo non hanno più il sapore aspro di una volta,per maggior sicurezza è sempre meglio prima di cucinarle, tagliarle a fette, salarle e  metterle sotto un peso  per circa un’ora allo scopo di togliere l’eventuale amaro… Dopo lavatele sotto l’acqua corrente e asciugatele. Friggete le fette in abbondante olio extra vergine di oliva e scolate l’eccesso di unto su carta assorbente e mettetele,per il momento da parte. Preparate il sugo mettendo a soffriggere nell’olio cipolla,carota e sedano tritati finissimi. La fiamma non deve essere alta perché c’è il rischio di bruciare le verdure. Appena sono dorate, aggiungete la carne macinata, fatela rosolare e aggiungete vino rosso siciliano.Non appena il vino sarà evaporato aggiungete la passata di pomodori e i piselli. Fate cuocere lentamente per 15 minuti e aggiustate di sale e pepe. Seguitate a insaporire il sugo sulla fiamma aggiungendo ogni tanto acqua tiepida. Lessate gli anelletti in acqua salata scolandoli molto al dente.Conditeli col sugo preparato e  poi  cominciate a preparare il timballo in uno stampo dalle pareti alte ponendo sulla sua base e sulle pareti,  uno strato di melanzane  che poi coprirete con una parte degli anelletti.sui quali vanno poste  le fette di cacio cavallo e una spolverata di parmigiano e le uova sode tagliate a fettine sottili. Fate un secondo strato di anelletti e ricopritelo con le fette di melanzana e pan grattato.. Schiacciate delicatamente il timballo con una forchetta e infornare  per 30 minuti a forno scaldato a 160°C. Dopo averlo estratto dal forno ,fate riposare il timballo prima di rovesciarlo sul piatto di portata.